Niente tregua nella cosiddetta “guerra della frutta”. La nave di banane della Chiquita il cui arrivo era previsto per oggi e alla quale era stata assegnata la banchina 25 nord, ovvero il terminal container, si è fermata a Livorno e sta scaricando nel porto labronico. Dunque, a nulla sono valsi gli appelli rivolti all’Autorità Portuale per arrivare a una mediazione e a un’intesa tra la Cfft e la Rtc. E nella tarda mattinata, i vertici della società italo-belga hanno espresso la loro amarezza nel corso di una conferenza stampa.
Il manager operations Gianluca Rossi e il vice presidente, Sergio Serpente, hanno ripercorso le ultime tappe della vicenda, giudicando incomprensibile l’atteggiamento assunto dai vertici dell’Autorità Portuale (peraltro criticata da più parti, soprattutto a livello istituzionale e in particolare dal sindaco e da rappresentanti della Regione). I massimi esponenti della Civitavecchia Fruits Forest Terminal hanno confermato che percorreranno tutte le strade giudiziarie. Non è escluso, quindi, che la vicenda, già all’attenzione del Tar del Lazio, non finisca per approdare anche sui tavoli della Magistratura ordinaria. Gli stessi rappresentanti della Cfft hanno stimato in decine di migliaia di euro la perdita economica derivante da questo primo dirottamento in un altro porto di un mercantile della frutta. Peraltro, per la Cfft il danno sarà doppio, visto che adesso con propri mezzi dovrà andare a caricare i containers a Livorno per poi scaricare le scatole di banane nel suo magazzino frigo alla banchina 24. Durissimo, nei confronti dell’Autorita’ Portuale, il giudizio di Alessandro Borgioni, massimo esponente locale della Filt Cgil. Dopo aver espresso sorpresa e amarezza per aver trovato Molo Vespucci blindata, con le porte automatiche che erano state bloccate dall’interno, Borgioni ha giudicato incomprensibile l’atteggiamento dei vertici dell’ente, sordi alla richiesta pervenuta da piu’ parti di congelare la situazione fino al prossimo giugno, quando il Tar si esprimera’ nel merito della controversia. Il segretario della Filt Cgil ha poi anticipato l’intenzione sindacale di promuovere iniziative di protesta.
La sensazione, comunque, è che oggi non sia stata scritta la parola fine della controversa vicenda, che sembra destinata a sfornare altri importanti capitoli dall’esito incerto. Ciò che, purtroppo, appare certa è la ferma volontà di Chiquita e, a quanto sembra anche della Del Monte, di non servirsi più del porto di Civitavecchia se permarrà l’obbligo di scaricare la merce al terminal container.
Nel tardo pomeriggio la vicenda ha avuto nuove ripercussioni in sede politica, attraverso un intervento di Roberta Angelilli, vice presidente della commissione lavori pubblici e trasporti della Regione Lazio.
“A conclusione dell’audizione della commissione lavori pubblici e trasporti del consiglio regionale con il Presidente dell’autorità di sistema portuale di Civitavecchia – dichiara – ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente Zingaretti e all’Assessore Alessandri affinchè facciano chiarezza sulla pessima gestione da parte dell’Asdp in relazione al mancato approdo delle navi bananiere, dopo mesi e mesi in cui si è creato un allucinante groviglio burocratico e amministrativo.
In queste ore infatti il Porto di Civitavecchia non solo rischia di perdere un importante traffico commerciale, ma soprattutto sono a rischio posti di lavoro e anche la credibilità e l’affidabilità dell’ AdSP. Dato il pessimo risultato dell’autorità portuale, nell’interrogazione si chiede inoltre di verificare se il Presidente della Autorità di Sistema Portuale possieda i requisiti richiesti per la nomina a tale incarico, che presuppone una “comprovata esperienza” che il Presidente non sembra possedere ne’ in termini di esperienza professionale, ne’ in termini di risultati raggiunti. Qualora si accertasse infatti una mancanza di requisiti professionali, dal danno si arriverebbe alla beffa, una beffa che non siamo disposti a tollerare. Mi auguro quindi che questo quadro a tratti kafkiano non arrechi danni irreparabili in termini di traffico economico, credibilità e affidabilità, nonchè perdita di circa 100 posti di lavoro, in un’area già duramente inficiata in termini di occupazione”.
5 Comments
pinco
NON RACCONTATE PIU BALLE, QUALCUNO DEVE AVERE IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITA’
Bilbo
Se sei tanto bravo raccontala!
Miracolo
Fatevela racontare da chi la sa, cioè autorità portuale, comune e company!
Non è quella che scrivono i giornali la verità, è tutt’altra!
Quello che stanno combinando da due anni è una distruzione di immagine per il porto e la città!
Mi dispiace solo per i dipendenti cfft che anziché prendersela con l’autorità Portuale dovrebbero prendersela con il loro datore di lavoro che li ha messi in questa situazione!
Sono bugie quelle che raccontano, era stata data loro la possibilità di salvare capre e cavoli e l’hanno rifiutata! Spero solo che a pagarne le conseguenze non siano i dipendenti!
Lorenz
E qual’era questa possibilità?
Civitavecchia
La possibilità di salvare capre e cavoli era ‘svendersi’a rtc
Certo! La gente lavora per la gloria?
Certo che ci rimetteranno i dipendenti! 60 in tutto e tutti civitaveccchiesi! L’ Asdp dovrebbe trovare un’altra soluzione, come ad esempio la modifica del prg in base agli attuali sviluppi del porto! Ma questo nn farebbe gli interessi di chi ha voluto questo schifo!