Il Tribunale di Roma ha depositato le motivazioni della sentenza con la quale, il 30 maggio scorso, ha condannato a 26 anni di reclusione per omicidio Daniel Belling, l’uomo di nazionalità tedesca, marito di Li Yinglei, la donna cinese scomparsa nel luglio di sette anni fa mentre si trovava in crociera con la nave che stava per attraccare a Civitavecchia, dove concluse il suo tour il 20 febbraio.
Nel lungo documento i giudici fanno riferimento a quello che, secondo loro, è un elemento fondamentale, ovvero che stando ad una serie di elementi fotografici, fino al 10 febbraio l’uomo aveva al dito la fede nuziale e che l’anello risulta sparito nelle immagini successive a quella giornata. Secondo il collegio giudicante, Belling avrebbe quindi strangolato o soffocato la donna dentro la cabina dove erano ospitati sulla Msc Magnifica e avrebbe poi nascosto il corpo dentro una valigia poi gettata in mare. Come si ricorderà, nei giorni successivi alla scomparsa della donna, si era parlato del giallo di un grande trolley, una valigia di colore grigio e arancio non più rinvenuta a bordo, ma visibile in primo piano in una foto con lo sfondo del Forte Michelangelo, nella quale erano ritratti Xing Lei Li, la 36enne di origine cinese scomparsa nel nulla durante la crociera, assieme al marito e ai due figli. A conforto delle proprie tesi di colpevolezza, i giudici del tribunale capitolino hanno anche rimarcato i continui litigi della coppia, avvenuti anche durante la navigazione sulla Msc Magnifica come testimoniato da altri partecipanti alla crociera. Hanno invece giudicato secondarie le ipotesi di un possibile suicidio, visto che la donna non aveva mai esternato intenti di quel genere e un eventuale allontanamento volontario, che peraltro non sarebbe stato il primo. I difensori di Belling, gli avvocati Luigi Conti e Laura Camomilla, hanno preannunciato ricorso in appello giudicando illogiche le
motivazioni della sentenza.