Lungo intervento di Roberta Galletta sulla situazione politica della nostra città. Una riflessione che prende la mosse dalla vicenda dei rifiuti. Cliccare per leggere il testo integrale.
"La vicenda dello smaltimento dei rifiuti nei bruciatori della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord è la cartina di tornasole di sessant'anni di mala gestione della cosa pubblica a Civitavecchia. Oltre che della scarsa attenzione rivolta alla popolazione messa sempre in condizione di subire le decisioni provenienti dalle alte sfere e mai ascoltata veramente.
Già negli anni cinquanta la città, in conseguenza delle devastazioni della seconda guerra mondiale, venne presa per il collo e "obbligata" ad ospitare un polo industriale che negli anni ha devastato l'ambiente circostante mentre in più di mezzo secolo non sono state create le condizioni per far partire lo sviluppo legato al turismo e alle attività marinare. Ma soprattutto la ricchezza proveniente dal millenario porto di Traiano è restata confinata all'interno dello scalo e alla gestione di aziende e di società che di civitavecchiese hanno solo il nome, facendo passare sotto il naso dei commercianti e degli operatori turistici dollari che montano su pullman e automobili con conducente per dirigersi verso Roma.
E' così che funziona, a Civitavecchia, dal dopoguerra in poi. Dare le briciole alla popolazione, affamarla in cambio di posti di lavoro che possano permettere la presenza delle servitù industriali, crescere intere generazioni senza coscienza civica e senza il rispetto e la conoscenza del proprio patrimonio, di inestimabile valore, che possiede Civitavecchia, ingannando migliaia di persone con la scusa che il nostro territorio non offre nulla e spingere intere schiere di laureati ad andare a lavorare fuori città.
Civitavecchia è dunque per queste ragioni vittima di una volontà atavica che ha sempre voluto affossare tutto il suo territorio.
Di contro approfonditi studi di sociologia dimostrano che in una città con una qualità della vita alta si riduce il tasso di criminalità e di vandalismo. Con i giovani che se sono impiegati a praticare discipline sportive in impianti a regola d'arte, o magari ad andare spesso al cinema, nei parchi pubblici, in un auditorium ad ascoltare un concerto di musica pop o classica, difficilmente intasano il viale dalle sette di sera fino all'ora di cena ciondolando in macchina senza fare nulla se non consumare benzina e, oltretutto, inquinare quel minimo di aria respirabile che resta mandando in tilt il traffico. Ovviamente. Perchè se non ci sono alternative, anzi, non si sono volutamente create le alternative negli anni passati, resta solo il deprimente struscio automobilistico del viale.
E allora perchè la classe politica che negli anni in diverse amministrazioni non ha mai concretamente fatto nulla di serio per creare le condizioni per uno sviluppo futuro della nostra città? Un esempio su tutti: le terme pubbliche. Abbiamo un patrimonio naturale da oltre duemila anni che ha dato lavoro e ricchezza a Civitavecchia proprio fino alle distruzioni della seconda guerra mondiale. Possibile che nel ventunesimo secolo con le tecnologie che ci sono non si riesca a far sgorgare l'acqua sulfurea che resta confinata sotto terra perchè qualche incapace ha sbagliato le trivellazioni facendo un danno irreversibile alla sorgente principale mandando in malora e dispersi nei campi intorno alla Ficoncella ettolitri di acqua per oltre sei anni? E' possibile che per sbloccare l'ingarbugliata situazione della terme pubbliche si debbano fare prima duecento villette private senza avere la certezza di attuare il piano già elaborato negli anni ottanta che prevedeva la creazione di un vero e proprio parco archeologico e termale per uso pubblico proponendo invece una cementificazione selvaggia ad uso e vantaggio di privati?
In una città con una centrale a carbone, con l'aria sporcata dalle navi che oltre a lasciare l'aria più nera non lasciano nulla, perché dobbiamo pagare ancora con il prezzo della nostra salute la servitù della combustione dell'immondizia?
Abbiamo il mare, che è la vita della nostra città, abbiamo la storia, la cultura, l'arte ancora presenti nonostante i bombardamenti e le successive ricostruzioni-distruzioni. Eppure Civitavecchia è una città al collasso.
Il problema dei rifiuti, dopo queste considerazione, è quindi più chiaro ed è evidente lo scopo di tutto la questione: creare una emergenza ad hoc, non facendo partire la raccolta differenziata proprio per far arrivare la città con l'acqua, anzi l'immondizia, alla gola e prendendo per il collo i civitavecchiesi con i rifiuti che arriveranno, come a Napoli, ad occupare le nostre strade.
E la soluzione più veloce sarà l'uso coercitivo di un termovalorizzatore. Già fatto negli anni cinquanta sopra un sito archeologico, a Torre Valdaliga Nord, con strategica lungimiranza".
Roberta Galletta