“I recenti risultati presentati al congresso annuale della European Society for Medical Oncology hanno evidenziato i benefici a lungo termine della immunoterapia per le persone con melanoma avanzato, consolidando il suo ruolo come trattamento rivoluzionario nella cura del cancro”. Ad affermarlo è il dottor Giovanni Ghirga nella sua nuova lettera.
“Questo trial rappresenta un traguardo importante – spiega il medico – fornendo dati di follow-up a dieci anni su pazienti trattati con pembrolizumab, un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, con risultati notevoli rispetto a ipilimumab, un’altra immunoterapia.
In particolare, circa il 33% dei pazienti che hanno ricevuto pembrolizumab era ancora vivo dieci anni dopo l’inizio del trattamento, mentre il tasso di sopravvivenza per quelli trattati con ipilimumab si attestava solo intorno al 24%.
Questi dati rafforzano l’impatto significativo di pembrolizumab nell’estendere la vita dei pazienti affetti da melanoma, specialmente in casi di malattia avanzata, dove altre opzioni terapeutiche hanno storicamente mostrato successi limitati.
Il melanoma è diventato emblematico del potenziale dell’immunoterapia grazie alla sua responsività agli inibitori del checkpoint immunitario come pembrolizumab e ipilimumab, i quali agiscono su percorsi che le cellule tumorali utilizzano per sfuggire al sistema immunitario. Il pembrolizumab, approvato nel 2014, funziona inibendo la proteina PD-1 sulle cellule immunitarie, consentendo a queste di rilevare e distruggere le cellule tumorali in modo più efficace. La durata della risposta osservata nel trial sottolinea come le scoperte nell’immunoterapia abbiano non solo trasformato i tassi di sopravvivenza, ma anche cambiato il panorama del trattamento oncologico, offrendo speranza per remissioni durature laddove prima c’erano poche opzioni.
I risultati del trial, pubblicati contemporaneamente su Annals of Oncology, influenzeranno le future linee guida terapeutiche, fornendo prove chiare che il pembrolizumab supera l’ipilimumab in termini di sopravvivenza a lungo termine. Questi risultati sono particolarmente significativi dato che il melanoma, soprattutto nelle sue fasi avanzate, è stato storicamente associato a prognosi sfavorevole. Il fatto che un terzo dei pazienti sia ancora vivo dopo un decennio rappresenta un enorme passo avanti, fissando un nuovo standard di cura per questo tipo di cancro aggressivo.
Inoltre, il congresso tenutosi a Barcellona, che ha attirato oltre 30.000 esperti provenienti da 149 paesi, sottolinea l’importanza globale di queste scoperte e l’attenzione crescente verso l’immunoterapia come pilastro fondamentale nel trattamento del cancro. L’immunoterapia, spesso definita una delle maggiori rivoluzioni in oncologia, continua a mostrare promettenti risultati non solo nel melanoma ma anche in vari altri tipi di tumore, man mano che emergono nuovi studi e dati di follow-up.
Questi dati sulla sopravvivenza a dieci anni relativa al pembrolizumab sottolineano, dunque, il profondo impatto che l’immunoterapia può avere sugli esiti per i pazienti, specialmente nel melanoma avanzato. Stabilisce un precedente per i benefici a lungo termine degli inibitori del checkpoint immunitario e continua a confermare il ruolo dell’immunoterapia come strategia di trattamento rivoluzionaria in oncologia. Questo studio non solo rappresenta un successo per il pembrolizumab, ma rafforza anche la necessità di proseguire nella ricerca e nell’innovazione per sfruttare il sistema immunitario nella lotta contro il cancro”.
Nature Reviews Clinical Oncology Research Highlights | 4 min read
Reference: Annals of Oncology paper (15 September)