“L’uso abituale di caffè non aumenta la pressione sanguigna a lungo termine”. Ad affermarlo è il dottor Giovanni Ghirga nella sua nuova lettera.
“La caffeina contenuta nel caffè è una sostanza vasocostrittrice – spiega il medico – che può aumentare temporaneamente la pressione sanguigna (BP), tuttavia, i dati sugli effetti cardiovasculari del consumo abituale di caffè sono contrastanti. In questo studio prospettico condotto in Italia, i ricercatori hanno esaminato la BP in 1400 partecipanti suddivisi in base al consumo giornaliero autodichiarato di caffè: nessuno, moderato (circa 1-2 tazzine) o elevato (circa ≥3 tazzine). Gli investigatori hanno raccolto letture di BP in ufficio, a casa e ambulatoriali di 24 ore per ciascun partecipante all’inizio dello studio e dopo 10 anni. Le categorie di consumo per la maggior parte dei partecipanti non sono cambiate durante il follow-up.
I tre gruppi erano diversi in qualche modo all’inizio dello studio: ad esempio, i consumatori di caffè più pesanti erano più giovani, più propensi a fumare e meno propensi a prendere farmaci antipertensivi. Dopo l’aggiustamento per questi fattori di confondimento, l’unico risultato significativo era una leggera riduzione della media della pressione sistolica in ufficio nei consumatori pesanti, rispetto ai consumatori moderati e non consumatori, all’inizio dello studio e al follow-up a 10 anni; le letture ambulatoriali e domestiche non differivano tra i gruppi in entrambi i momenti. Misure della variabilità della pressione sanguigna delle 24 ore e incidenza di nuova ipertensione non differivano tra i gruppi.
Questi risultati suggeriscono che il consumo regolare di caffè non comporta differenze clinicamente significative nella pressione sanguigna o nell’ipertensione incidente. I pazienti possono essere rassicurati sul fatto che un’abitudine quotidiana al caffè non è probabile che influenzi la loro pressione sanguigna. Inoltre, un recente ampio studio osservazionale ha suggerito che il consumo di caffè non è associato a un eccesso di rischio di aritmie cardiache (NEJM JW Gen Med 15 agosto 2021 e JAMA Intern Med 2021; 181: 1185).
Per concludere, non ci sono prove evidenti che il consumo di caffè influenzi la pressione sanguigna a lungo termine. È importante considerare che ogni individuo può rispondere in modo diverso alla caffeina, quindi è sempre consigliabile monitorare la propria risposta personale al consumo di caffè. Gli effetti del caffè sulla salute cardiovascolare rimangono un argomento di ricerca in evoluzione e ulteriori studi possono essere necessari per comprendere appieno il rapporto tra caffè e pressione sanguigna (NEJM JW Gen Med Aug 15 2021 and JAMA Intern Med 2021; 181:1185)”.