“Uno studio recente pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences Nexus ha analizzato la composizione chimica dei denti di individui vissuti tra il I secolo a.C. e il IV secolo d.C. per comprendere le pratiche di allattamento nell’Impero Romano”. Lo spiega il dottor Giovanni Ghirga.
“I ricercatori, guidati dal bioarcheologo Carlo Cocozza del Max Planck Institute of Geoanthropology – spiega Ghirga – hanno esaminato i primi molari permanenti di 45 individui provenienti da diversi contesti, tra cui siti urbani come Salonicco e Pompei, e zone rurali come Bainesse (Inghilterra) e Ostia Antica. Utilizzando l’analisi degli isotopi di azoto nel dentino, che registrano l’alimentazione infantile nel tempo come gli anelli di crescita di un albero, hanno scoperto che i bambini nelle città smettevano di essere allattati intorno ai 2 anni, mentre in contesti rurali l’allattamento durava da 1,5 fino a 5 anni. Questo suggerisce che il consiglio dei medici romani, come Sorano di Efeso, che raccomandava di smettere l’allattamento a 2 anni, fosse seguito più fedelmente nelle aree urbane, dove le famiglie benestanti avevano maggiore accesso a medici e balie. Al contrario, nelle campagne l’allattamento prolungato poteva essere una strategia per ritardare il passaggio ai cibi solidi, risparmiando risorse in famiglie meno abbienti. Questa ricerca è innovativa perché, fino ad oggi, le pratiche di allattamento nell’antica Roma erano state studiate solo attraverso testi medici e resti archeologici. Lo studio evidenzia inoltre un parallelismo con le società moderne, dove lo svezzamento tende ad avvenire più precocemente nelle aree urbane rispetto a quelle rurali, probabilmente per una combinazione di migliori condizioni sanitarie, maggiore disponibilità di alimenti alternativi e cambiamenti nei ritmi di vita. Tuttavia, secondo gli autori, saranno necessarie ulteriori ricerche su altri siti romani per confermare l’universalità di questo schema e comprendere meglio eventuali variazioni dovute a fattori culturali, economici o migratori. Oggi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Accademia Americana di Pediatria raccomandano l’allattamento esclusivo al seno per i primi 6 mesi, per poi svezzare gradualmente fino a 2 anni o più”.