“Lo studio “Air Pollution: an Emerging Risk Factor for Autism Spectrum Disorder” di Shashank Kumar Ojha e Haitham Amal esplora il ruolo dell’inquinamento atmosferico come fattore di rischio ambientale per i disturbi dello sviluppo neurologico, in particolare per il disturbo dello spettro autistico (ASD)”. Ad affermarlo è il dottor Giovanni Ghirga nella sua nuova lettera.
Ecco i punti principali:
1. Inquinanti associati all’ASD: Diversi inquinanti atmosferici come il particolato fine (PM2.5 e PM10), ossidi di azoto (NO e NO2), anidride solforosa (SO2) e ozono (O3) sono stati associati a un aumentato rischio di ASD. Studi condotti in Stati Uniti, Israele e Taiwan indicano che l’esposizione a PM2.5, NO e NO2, soprattutto durante la gravidanza e la prima infanzia, è positivamente correlata all’insorgenza di ASD.
2. Meccanismi patogenici: Gli inquinanti atmosferici possono innescare meccanismi patogenici nel cervello, tra cui neuroinfiammazione, stress ossidativo e nitrosativo, modificazioni epigenetiche e squilibri nei sistemi neurotrasmettitoriali glutammatergico e GABAergico. L’infiammazione cronica e lo stress ossidativo derivanti da tali esposizioni possono alterare il bilancio di mediatori pro e anti-infiammatori nel cervello, influenzando negativamente lo sviluppo neurologico.
3. Tempistiche critiche di esposizione: Le esposizioni durante lo sviluppo prenatale e la prima infanzia sono considerate particolarmente rischiose poiché in questi periodi avvengono processi critici per lo sviluppo neurologico, come la migrazione neuronale, la sinaptogenesi e la mielinizzazione. Durante questi periodi, l’inquinamento atmosferico può compromettere la plasticità sinaptica e influenzare funzioni cognitive e sociali tipiche dell’ASD.
4. Ruolo delle modificazioni epigenetiche: L’inquinamento atmosferico è stato associato a modificazioni epigenetiche come la metilazione del DNA e la modificazione delle istoni, che possono alterare l’espressione genica e influire sullo sviluppo cerebrale e sul sistema immunitario, aumentando il rischio di ASD.
5. Disfunzione nei sistemi endocrino e metabolico: Gli inquinanti possono agire come interferenti endocrini, alterando i livelli ormonali cruciali per lo sviluppo cerebrale e perturbando vie metaboliche. Le alterazioni dei livelli di acidi grassi, amminoacidi e neurotrasmettitori legati all’esposizione a inquinanti possono aumentare il rischio di ASD.
6. Biomarcatori: Il lavoro suggerisce che l’individuazione di biomarcatori specifici dell’esposizione all’inquinamento atmosferico potrebbe facilitare la prevenzione precoce dell’ASD. Marker come il 3-nitrotirosina e gli squilibri di neurotrasmettitori come GABA e glutammato potrebbero segnalare un rischio aumentato di ASD in risposta a inquinanti.
7. Prospettive future: Gli autori sottolineano la necessità di approfondire i meccanismi che collegano gli inquinanti atmosferici all’ASD, considerando le diverse tempistiche di esposizione e la variabilità delle risposte individuali dovute a predisposizioni genetiche. Sottolineano anche l’importanza di ridurre l’esposizione durante la gravidanza e la prima infanzia per prevenire potenziali casi di ASD.
Questo studio contribuisce alla crescente evidenza sul legame tra inquinamento atmosferico e ASD e suggerisce che la prevenzione e le politiche pubbliche per ridurre l’esposizione agli inquinanti potrebbero avere un impatto positivo sulla salute pubblica, proteggendo le generazioni future.
Ojha, S. K., & Amal, H. (2024). Air pollution: An emerging risk factor for autism spectrum disorder. Brain Medicine, 1–4. https://doi.org/10.61373/bm024e.0115