Si attendono da un giorno all’altro i risultati dell’esame autoptico effettuato dall’anatomopatologo incaricato dal Magistrato di accertare le cause della morte dell’85enne civitavecchiese, rinvenuto dal figlio in una pozza di sangue nel tardo pomeriggio del 29 gennaio scorso, e poi deceduto qualche giorno dopo nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Paolo. Sarà il contenuto della relazione del professionista, sommata al risultato delle perizie condotte dai tecnici del Ris dei Carabinieri e ai riscontri degli esami condotti all’ospedale San Paolo, tra cui una Tac, a far scrivere la parola fine su quello che è stato definito il “giallo di via Montanucci”.
Giallo per il quale risulta iscritto nel registro degli indagati il figlio dell’anziano, la cui versione dei fatti, successiva al ritrovamento e alla richiesta di soccorso, non aveva convinto i Carabinieri nel frattempo giunti sul posto. Tutto ruota attorno alla compatibilità delle lesioni riscontrate sul corpo della vittima, in particolare quelle sul cranio. Deve infatti essere chiarito se sono conseguenti a un possibile colpo ricevuto, o, viceversa, se possono essere state il risultato di una caduta accidentale successiva ad un malore e, magari, dell’impatto con un mobile che si trova nell’appartamento. In questo modo, peraltro, si potrebbe spiegare anche la natura dell’emorragia cerebrale riscontrata nell’anziano dai sanitari del San Paolo. Il legale dell’indagato, l’avvocato Emanuela Di Paolo, si dichiara ottimista sull’esito degli accertamenti e assolutamente convinta dell’innocenza del suo assistito. “Proprio per queste ragioni – spiega – ho sollecitato e sto tuttora sollecitando gli organi competenti affinché si possa avere il prima possibile l’esito delle diverse perizie. Per il mio assistito sarebbe la fine di un vero e proprio incubo”.