Era venerdì 1 aprile del 2022. Oltre un anno e mezzo fa, dunque. In una fredda mattinata primaverile, all’interno dell’appartamento posto al piano terra di una palazzina in via Fratelli Cervi, strada di congiunzione tra viale Matteotti e via Montanucci, venne rinvenuto il cadavere di una donna, con la testa racchiusa in un sacchetto di plastica. Si chiamava Inirida Roa, aveva 45 anni, due figli ed era molto conosciuta e stimata nel quartiere dove abitava. A dare l’allarme era stato il marito, rientrato a casa dopo aver compiuto alcune commissioni in città, il quale aveva notato che la stanza dove dormiva la moglie aveva ancora la porta chiusa.
I rapporti tra i due, da tempo erano difficili, al punto che il Giudice aveva disposto l’allontanamento dei figli, ospitati in una casa famiglia del viterbese. In un primo momento, nei primi lanci di cronaca, proprio a fronte della situazione in cui viveva la coppia, venne avanzata l’ipotesi di un ennesimo episodio di femminicidio. Ma già i primi riscontri della scientifica e poi l’esito dell’esame autoptico effettuato dal professor Luigi Cipolloni evidenziarono che sul cadavere della sfortunata donna non era presente alcun genere di lesione. Prese allora consistenza l’ipotesi del suicidio, in parte avvalorata dal fatto che la donna era seguita da qualche tempo dai medici del Centro di Salute Mentale, dove si era rivolta non riuscendo a convivere con la lontananza dei figli. Col passare delle settimane, dopo il clamore dei primi giorni, la vicenda, come spesso succede, finì nel dimenticatoio. Nel frattempo il marito continua ad essere indagato. Di qui la decisione del difensore, l’avvocato Anna Maria Guerri, di avanzare nelle scorse settimane la richiesta di archiviazione nei confronti del suo assistito. Richiesta alla quale non è però ancora pervenuta risposta.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA – Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono effettuate indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.