“Anche da bambina, sapevo che l’istruzione era fondamentale per il mio futuro, dunque, quando ha dovuto lasciare la Siria, gli unici effetti personali che ho portato con me sono stati i miei libri scolastici,” ha detto Muzoon. “Da rifugiata, ho visto cosa succede quando i bambini sono costretti al matrimonio forzato o al lavoro manuale – rimangono esclusi dal percorso formativo e perdono possibilità per il loro futuro. Questo è il motivo per cui sono fiera di lavorare con l’UNICEF per aiutare a dare voce a questi bambini e a portarli a scuola.”
Muzoon è scappata dal conflitto in Siria con la sua famiglia nel 2013, vivendo come rifugiata per tre anni in Giordania prima di essere reinsediata nel Regno Unito. È stato durante i 18 mesi trascorsi nel campo di Za’atari che ha cominciato a difendere l’accesso all’istruzione per i bambini, in particolare per le ragazze.
“La storia di Muzoon, una storia di coraggio e forza d’animo, è fonte d’ispirazione per tutti noi. Siamo molto fieri della sua nomina come Ambasciatrice dell’UNICEF e per i bambini in tutto il mondo,” ha dichiarato il vice Direttore Generale dell’UNICEF Justin Forsyth.
Muzoon ha viaggiato recentemente con l’UNICEF in Ciad, un paese in cui le bambine in età da scuola primaria che vivono in zone di conflitto e che non seguono un percorso formativo registrano un numero tre volte superiore a quello dei ragazzi. Ha incontrato bambini costretti a non andare a scuola a causa del conflitto causato da Boko Haram nella regione del lago Ciad. Dal suo ritorno, Muzoon sta lavorando per far conoscere le sfide che i bambini sperduti e colpiti dal conflitto affrontano nell’accesso all’istruzione.
L’UNICEF ricorda che:
nel mondo, ci sono quasi 50 milioni di bambini sradicati, “sperduti” – 28 milioni dei quali fuggiti dalle proprie case a causa di conflitti di cui non sono responsabili e altri milioni stanno migrando nella speranza di una vita migliore e più sicura.
I bambini e gli adolescenti rifugiati hanno una probabilità cinque volte maggiore di non frequentare la scuola rispetto ai loro coetanei.
Circa 25 milioni di bambini in età da scuola primaria e secondaria nelle zone di conflitto non frequentano le scuole. Solo la metà dei bambini che vivono come rifugiati sono iscritti alla scuola primaria e meno di un quarto alla scuola secondaria.
Le ragazze colpite dal conflitto hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di non frequentare la scuola rispetto ai ragazzi.
Le crisi protratte pongono sfide complesse. I rifugiati trascorrono in media 17 anni come sfollati, quasi un’intera infanzia.
L’istruzione nelle emergenze è gravemente sotto finanziata. Dal 2010, per l’istruzione è stato speso meno del 2% del totale degli aiuti umanitari. Annualmente sono necessari 8,5 miliari per ridurre questo divario.
L’UNICEF Italia promuove la petizione “Per ogni bambino sperduto”, rivolta all’Unione Europea, per chiedere la protezione dei diritti e l’accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti” ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera. La petizione può essere sottoscritta online su firma.unicef.it