Civitavecchia come modello nazionale verso un futuro sostenibile dal punto di vista ambientale. È quanto emerso questa mattina, nel corso dell’incontro sul tema “Transizione ecologica: dal carbone al vento, quale futuro per Civitavecchia”. Ad organizzarlo Legambiente, arrivata al porto con Goletta Verde, alla sua terza visita consecutiva in città negli ultimi tre anni.
Tra coloro che hanno preso parte all’incontro, il sindaco Marco Piendibene e Cristina Di Torrice, responsabile Affari Istituzionali dell’Area Tirreno – Adriatica di Enel, il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani e quello regionale Roberto Scacchi. Assente, invece, il presidente dell’Autorità Portuale, Pino Musolino.
Legambiente da Civitavecchia lancia oggi un messaggio forte e chiaro: il futuro energetico della città deve essere rinnovabile. Si acceleri lo sviluppo e la realizzazione di nuovi impianti a fonti pulite, a partire dall’eolico offshore. Per l’associazione ambientalista anche nel Lazio lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili possono giocare un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di phase out del carbone, a partire dall’eolico offshore; ma affinché ciò avvenga è fondamentale che la Regione, ancora a forte trazione fossile, metta in campo un deciso cambiamento del sistema energetico virando a favore delle fonti pulite e dell’eolico offshore. L’ok arrivato al progetto dell’eolico offshore a largo di Civitavecchia, con il via libera alla procedibilità dell’Istanza di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), rappresenta un primo segnale ma bisogna accelerare per evitare tempi biblici come accaduto per l’eolico off-shore di Taranto.
Basti solo pensare alle 10 richieste di connessione a Terna per 6,18 GW di potenza e ai 7 progetti in attesa di valutazione al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per 3,7 GW di potenza realizzabile. Progetti che, anche se non si realizzeranno tutti, danno l’idea di quanto si sta muovendo sul territorio e del grande potenziale che racchiudono in termini di innovazione del settore energetico, di creazione di nuovi posti di lavoro e di sviluppo della filiera rinnovabile, portando benefici ambientali e di qualità della vita in un territorio che ha già pagato lo scotto delle centrali a carbone e gas. Nel Lazio sono presenti due centrali, entrambe gestite da Enel: quella a carbone di Torrevaldaliga Nord, che dovrebbe essere dismessa nel 2025, e quella a gas di Montalto di Castro “Alessandro Volta”. Fonti fossili che incidono in maniera importante in termini di inquinamento ambientale e di qualità della vita, su cui le nuove progettualità a fonti rinnovabili possono invece svolgere un ruolo importante e determinate. Secondo Legambiente fondamentale il rispetto del phase out del carbone e anche la centrale di Montalto andrebbe spenta e convertita in polo delle rinnovabili, con torri eoliche, fotovoltaico e sistemi di accumuli. Secondo il Decreto Aree Idonee appena approvato dal Governo, la Regione Lazio dovrà realizzare almeno 4,7 GW di nuova potenza rinnovabile entro il 2030. Un numero importante che però è solo un obiettivo minimo.
A discuterne oggi, durante l’incontro “Transizione ecologica: dal carbone al vento, quale futuro per Civitavecchia” organizzato a bordo di Goletta Verde, ormeggiata di fronte alla Capitaneria di Porto di Civitavecchia,
sono stati Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, Laura Brambilla, portavoce di Goletta Verde, Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio, Katiuscia Eroe, responsabile energia Legambiente, Cristiana Di Torrice Responsabile Affari Istituzionali Area Tirreno- Adriatica Enel, Marco Piendibene, Sindaco di Civitavecchia, Ernesto Cesarini Consigliere Comunale di Tarquinia, C.V. (CP) Dimartino Giannino – Direzione marittima del Lazio.
“L’uscita dal carbone entro gennaio 2026, confermata anche nell’ultimo aggiornamento del PNIEC, appena inviato a Bruxelles dal governo, è sicuramente un’ottima notizia per tutto il Paese, compresa la Regione Lazio –
dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. La costa a nord della Regione deve trasformarsi con urgenza da uno dei poli energetici nazionali più impattanti sul clima a luogo privilegiato dell’innovazione e della produzione di elettricità da fonti pulite, con cui si può rispondere anche alle preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori delle centrali termoelettriche, le cui competenze saranno utili anche nel nuovo scenario energetico locale.
É quanto ci auguriamo anche per altri tratti di costa italiani, come in Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che sono da decenni sede di grandi centrali a fonti fossili e che possono sfruttare al meglio le professionalità e le infrastrutture elettriche già presenti per la futura produzione offshore di energia dal vento”.
Guardando ai dati, la Regione Lazio, nel 2022, ha avuto una domanda di energia elettrica pari a 23.002 GWh, coperta per il 46,6% grazie a impianti termoelettrici (pari a 10.721 GWh, di cui 5.968 GWh prodotta da carbone e 4.680 GWh da gas fossile).
Risulta ancora marginale il ruolo delle fonti rinnovabili, che hanno contribuito alla copertura dei fabbisogni energetici elettrici solo per il 12,7%, considerando l’eolico con una produzione di appena 138 GWh, il solare con 2.039 GWh e l’idroelettrico con 744 GWh.
“La realizzazione di un parco eolico off-shore davanti alle coste della Regione è un passo da compiere senza indugi – dichiara Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio – Questa soluzione tecnologica rappresenta un’opportunità per la riqualificazione ambientale del territorio, la creazione di nuovi posti di lavoro, anche in ambito portuale, e la mitigazione dei cambiamenti climatici: risultati che possono essere raggiunti attraverso un impegno sinergico tra cittadinanza, amministrazioni locali, imprese e associazioni. Non solo, la questione risulta ancora più urgente se si pensa che la centrale di Torrevaldaliga Nord ha vantato per anni il triste primato italiano di anidride carbonica sprigionata, con oltre 8 milioni di tonnellate annue; e in tal senso va nella giusta direzione quanto abbiamo ascoltato a bordo da Enel, dall’amministrazione di Tarquinia e ancor di più dal neosindaco di Civitavecchia, con il quale ci mettiamo a disposizione per correre verso la transizione energetica. Anche il Lazio deve fare la sua parte, visto che si tratta di una Regione che negli ultimi 14 anni è stata colpita da oltre 180 eventi climatici estremi e che ha quindi la necessità e l’urgenza di riguardare il più presto possibile non solo alle politiche energetiche ma anche a quelle di mitigazione e adattamento”.
Tappe di Goletta Verde nel Lazio: domani mercoledì 10 luglio Goletta Verde arriverà a Ostia per la conferenza stampa di presentazione dei dati di monitoraggio delle acque laziali in programma alle ore 10.00 al porto di Ostia. Giovedì 11 luglio l’imbarcazione di Legambiente arriverà a Gaeta (ormeggiata presso Yacht Club Gaeta E.V.S., Via Lungomare Caboto 93), dove alle ore 10.00 si svolgeranno i laboratori didattici “Alla scoperta del mare” e alle 16.30, sempre a bordo di Goletta Verde, si terrà l’incontro “La salvaguardia del mare: dalla lotta alle Ecomafie alla tutela della biodiversità”.