Infatti, come affermato dall’assessore Pantanelli in commissione Bilancio, il Comune preferisce fare a meno del privato non solo per le società dei servizi ma anche per lo strumento più diffuso e di facile attuazione nel coinvolgimento di investitori privati, come il project financing, perché, parole di Pantanelli “gli uffici comunali non hanno le palle” per portare avanti questi procedimenti amministrativi. Allora ci si rivolge all’esterno, scegliendo un advisor, per imbarcarsi in un tipo di operazione che finora in Italia ha presentato non poche criticità soprattutto per la crisi del mercato immobiliare, che perdura ancora oggi: la creazione di un fondo chiuso ad apporto pubblico in cui far confluire il patrimonio comunale per valorizzarlo o per venderlo successivamente”. Le perplessità principali sono riassumibili in una semplice domanda: “Chi sarebbe disposto ad investire oggi in una città come Civitavecchia, con tutte le criticità che si porta dietro, qualche decina di milioni di euro per realizzare alberghi, centri commerciali e parcheggi su aree di fatto in concessione e non di proprietà, anticipando subito al Comune 3 milioni di euro all’anno?”. E ancora, visto che buona parte del valore complessivo da conferire al fondo deriva dalla caserma Stegher e dalle carcerette, per le quali l’Agenzia del Demanio ha già espresso parere negativo per il trasferimento al Comune e per i quali dunque si dovrà aprire una nuova procedura che coinvolga anche la soprintendenza, come si pensa di dar vita al fondo entro dicembre, quando buona parte del patrimonio non è ancora disponibile? E come si procederà all’assestamento di bilancio ed alla redazione del consuntivo se a novembre magari non sarà stata neppure terminata la procedura di individuazione della SGR che dovrà costituire il fondo e quindi non ci saranno neppure i 3 milioni degli attesi investitori alberghieri? Sono tutti interrogativi a cui nessuno, dal Sindaco agli assessori in consiglio comunale ha saputo o voluto dare una risposta, così come nessuno ha saputo o voluto spiegare perché, in un piano tutto incentrato sul rilancio turistico-alberghiero, non sia stato inserito il comparto termale, che dovrebbe essere il primo asset da valorizzare in questo ambito. Una risposta proviamo a darla noi: o la maggioranza pentastellata è tanto scellerata da giocare una carta così rischiosa per i motivi appena illustrati, oppure, alla faccia della tanto decantata trasparenza e del cambio di rotta rispetto al passato, Cozzolino & C. sorridono sornioni perché l’investitore lo hanno già, pronto per quella che da oppositori i grillini e i movimentisti che li accompagnano avrebbero subito bollato con orrore come una gretta speculazione, mentre oggi preferiscono chiamarla solo valorizzazione. Il tempo darà le sue risposte”.
MASSIMILIANO GRASSO – consigliere comunale La Svolta