La furia della guerra distrusse l’originale nell’anno 1943, ma l’incuria e l’improvvisazione, per usare un eufemismo, hanno danneggiato, forse in modo irreversibile, la lapide in marmo posta all’entrata centrale del Pincio che esponeva la lista dei prezzi del pesce. E’ stato il casuale intervento di Roberta Galletta, responsabile zonale di Italia Nostra che transitava nei pressi, a bloccare la ripulitura delle preziose iscrizioni da parte di alcuni operai che stavano facendo questo lavoro sulle targhe delle vie, utilizzando pietra pomice.
Ma, come dicevamo, tale soluzione, non certo la più idonea per reperti antichi, ha quasi annullato i caratteri ed ora è quasi impossibile decifrare alcune parole. Per restituire la lapide alla primitiva funzione sarebbe stato necessario procedere analogamente al recupero della lapide di largo Plebiscito, così come suggerito dalla stessa Galletta, effettuato a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia.