Ennesimo colpo di scena in una delle vicende che ha caratterizzato l’estate civitavecchiese. Parliamo della gestione della casa di riposo Santa Rita. Dopo la Sigesa, anche l’Asse è costretta a lasciare. Questo stando al provvedimento avviato dall’Autorità Portuale su richiesta dell’avvocato Giuliano Gruner. Il legale della Sigesa chiede ora l’indizione di una gara pubblica per assegnare la struttura.
“A seguito di istanza di accesso ai documenti amministrativi presentata all’Autorità Portuale in data 11 agosto – spiega l’avvocato Gruner – siamo venuti a conoscenza, tra l’altro, di cinque circostanze: l’istituto Asse ha ottenuto dall’Autorità Portuale la concessione del bene demaniale dove era collocata la casa di riposo Santa Rita nel 1999, senza alcuna procedura di gara; nel 2008, lo stesso istituto ha ottenuto un rinnovo di tale concessione per ulteriori trenta anni, sempre senza gara; il canone concessorio corrisposto annualmente dall’istituto religioso all’Autorità Portuale è fissato in euro 1913,62; l’atto di concessione fa espresso divieto all’istituto religioso, a pena di decadenza dalla concessione, di subaffittare, senza la preventiva autorizzazione dell’Autorità Portuale, il bene assentitogli in concessione; senza aver mai richiesto ed ottenuto la necessaria autorizzazione da parte dell’Autorità Portuale, l’istituto religioso, nel 2014,ha affittato il bene demaniale assentitogli in concessione, sotto forma di affitto di ‘azienda’, alla Sigesa, per un canone di affitto annuo pari, per il primo anno, 420 mila euro e, gli anni successivi, a 560 mila euro.
A fronte di ciò, in data 12 settembre abbiamo inviato una pec all’Autorità Portuale, nonché per conoscenza alla Procura regionale della Corte dei Conti, all’Anac, alla Guardia di Finanza e al Comune di Civitavecchia, con la quale abbiamo presentato una formale istanza di avvio del procedimento di decadenza dalla concessione nei confronti dell’Istituto religioso Asse. L’istituto, come ho potuto leggere anche sulla stampa, ha ritenuto di definire questa iniziativa, letteralmente, uno ‘spot pubblicitario’. Ebbene, a dimostrazione che così non è, nella pec inviataci dall’ammiraglio Ilarione Dell’Anna, in qualità di commissario straordinario dell’ente, proprio in riscontro all’istanza di decadenza presentata da noi all’Autorità Portuale, avvia il relativo procedimento nei confronti dell’istituto religioso Asse. Tra l’altro si legge che l’Autorità Portuale procederà a dare corso nei confronti dell’Asse alla contestazione delle violazioni e all’avvio del procedimento per la dichiarazione di decadenza dalla concessione suindicata, ai sensi dell’articolo 47 del codice della navigazione e dell’articolo 41 del Regolamento d’uso delle aree demaniali marittime vigente nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, approvato con decreto del presidente numero 305, in data 16.12.2011 e successive modificazioni ed integrazioni. Contestualmente sempre l’Autorità Portuale procederà all’avvio del procedimento per la rideterminazione del canone concessorio nella misura ordinaria a far data dal 01.01.2015, in quanto, a seguito dell’affidamento dell’attività in concessione, anche se parziale, a titolo oneroso, sono venuti meno i presupposti, riconosciuti all’associazione in virtù dei fini istituzionali di culto e di religione e delle attività senza scopo di lucro previste nello statuto della medesima, per l’applicazione del canone cosiddetto ricognitorio, ex articolo 39, comma 2, del codice della navigazione e articolo 37 del regolamento di esecuzione al codice stesso. L’istituto religioso, dunque, dovrà, a sua volta, abbandonare il bene demaniale che ha, illecitamente, affittato alla Sigesa, per un canone oggettivamente sproporzionato ed esorbitante: quello stesso canone che la società non è riuscita a corrispondere con puntualità, e che ha determinato, su richiesta dello stesso Istituto religioso, lo sfratto per morosità nei pagamenti, in forza del provvedimento ottenuto dal Tribunale di Civitavecchia. Preciso, a questo riguardo, che si tratta di un provvedimento di urgenza, al quale seguirà il processo di merito. L’istituto religioso, inoltre, dovrà corrispondere all’Autorità Portuale la notevolissima differenza tra il canone ordinario e quello, estremamente ridotto, che sino oggi ha corrisposto, in quanto ente, agli occhi dell’Autorità Portuale, con fini di religione e di culto, e non con propositi di tipo economico-lucrativi. Ora auspichiamo, così come già scritto nell’istanza di decadenza dalla concessione presentata all’Autorità Portuale, che quest’ultima metta a gara la struttura, che potrà essere assentita in concessione, dietro il pagamento di un canone ‘normale’, al soggetto che, ad esito del confronto concorrenziale, risulti maggiormente qualificato a gestirlo. Naturalmente, la Sigesa ha interesse a partecipare a tale gara”.
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