Più di una perplessità viene espressa da Mauro Guerrini ed Enrico Luciani in merito al futuro di Civitavecchia nell’ambito dell’Area Metropolitana. Considerando che il criterio numerico della popolazione sarà l’unità di misura per la rappresentatività all’interno dell’Area Metropolitana, il consigliere comunale di minoranza e il leader di Sel si chiedono come farà Civitavecchia, rispetto ad altri Comuni anche più estesi o popolosi, a conservare e potenziare le sue peculiarità e se sarà in grado di varare un’opportuna politica ambientale, sanitaria e occupazionale.
“Per effetto di precise e forse inevitabili scelte legislative – dichiarano Guerrini e Luciani – la famosa per alcuni e famigerata per altri, Legge n.56/2014, cosiddetta “DELRIO” ci avvia verso il tanto atteso e controverso Riordino istituzionale, avente ad oggetto il Titolo V della Costituzione, che farà sentire i suoi effetti anche su Civitavecchia, perchè dal 1 gennaio 2015 la nostra Città entrerà a far parte dell’Area Metropolitana di Roma, di quel territorio, cioè, che oltre a Roma Capitale comprenderà tutti i comuni, per la precisione centoventuno, facenti parte dell’attuale provincia, legati, tra loro proprio in virtù della vicinanza territoriale, da rapporti di tipo economico, culturale e sociale. Tenuto conto che l’Area Metropolitana, ferme le competenze regionali, oltre ad ereditare le funzioni della Provincia, avrà anche funzioni di pianificazione territoriale, promozione dello sviluppo economico, mobilità e viabilità si comprende la preoccupazione con la quale guardiamo a tale percorso, inevitabile, al momento, perché, come già detto, facente parte di un preciso disegno governativo, ma comunque pregno di conseguenze, che potranno rivelarsi positive o negative, a seconda delle modalità che verranno adottate per operare il traghettamento della Città all’interno della nascenda macro area. Se, infatti, pensiamo che il criterio numerico della popolazione sarà l’unità di misura per la rappresentatività all’interno dell’Area metropolitana, la nostra Città, che ha
grandi certezze industriali – imprenditoriali, quali il Porto, uno dei più importanti
d’Europa sia per traffico crocieristico e diportismo, sia per traffico commerciale,
pesca e cabotaggio o quali il Polo energetico con Enel e Tirreno Power, e
grandi potenzialità, mai purtroppo sufficientemente sfruttate, quali ad esempio il
Turismo, sarà in grado di conservare e potenziare queste sue peculiarità che,
inevitabilmente, anche per motivi geografici – territoriali la differenziano e la
esaltano rispetto ad altri comuni anche molto più estesi e popolosi o, semplicemente, anche rispetto ad uno qualsiasi dei quartieri di Roma? Sarà in grado di affermare la cogente necessità di una opportuna politica ambientale e sanitaria in un territorio ove il tasso di inquinamento è altissimo e la mortalità per tumore supera del 10% la media regionale? Sarà in grado di affermare la cogente necessità di una opportuna politica occupazionale, anche a fronte delle diverse “servitù” a cui il territorio è stato soggetto da anni? Purtroppo a questi pur legittimi quesiti, ad oggi, non vi è possibilità di risposta, possiamo solo affermare che, se ciò non si realizzasse o se non ci venissero fornite adeguate garanzie in tal senso, si aprirebbe un triste scenario, ancor più triste di quello attuale! A quel punto, allora, ricorrendo all’art.133 della costituzione, converrebbe di certo tirarsi fuori dall’Area metropolitana e riaprire una vecchia diatriba sull’opportunità o meno di costituire una macro area interregionale, attraverso accordi con i comuni di Rieti, Viterbo e Terni. Dal canto nostro ci impegneremo, strenuamente, affinché Civitavecchia conservi e potenzi i suoi numerosi talenti, affinché restino integre le sue capacità decisionali ed affinché preservi sempre e, comunque, quella sua forza che le deriva da un passato glorioso, per essere stata sin dai tempi dell’imperatore Traiano ” porto e porta di Roma” e da un presente che, nonostante tutto, non è disposto alla capitolazione”.