“Rispondendo ad una interrogazione parlamentare promossa dall’On. Grande, il Sottosegretario alla Difesa Alfano ha recentemente confermato la paventata realizzazione di un inceneritore di armi chimiche all’interno del CETLI di Civitavecchia.
Affermare con vaghezza che tale dispositivo sarà utilizzato al fine di smaltire “aggressivi chimici non eliminabili con la tecnologia attualmente in uso al Ce.T.li.» non può soddisfare il benché minimo requisito di trasparenza in un contesto ambientale disastroso qual’è quello della città, già gravato da depositi costieri di carburante, una centrale elettrica alimentata a carbone ed una a gas, un porto tra i più trafficati del Tirreno ed una discarica a ridosso del centro urbano”.
“La condizione epidemiologica della città è tale che non possa ritenersi accettabile che si prendano decisioni di cotanta importanza senza informare in maniera adeguata la cittadinanza e senza tenere nel dovuto conto le emissioni in atmosfera che da tale impianto avrebbero luogo, oltre alla loro interazione con quanto già quotidianamente la città è costretta a respirare. Il ricorso al segreto militare rischia di apparire strumentale all’aggiramento delle norme poste a protezione dell’ambiente e non funzionale ad effettive esigenze di difesa.
Affermare che il termo-ossidatore sia “assimilabile a un forno industriale di piccola capacità e pertanto non inserito nella tipologia di impianti che necessitano della Via e dell’Aia” e che lo stesso avrebbe un “impatto ambientale minimo, grazie ad emissioni in atmosfera ampiamente entro i limiti imposti dalla vigente normativa”, ancor prima che lo stesso impianto sia realizzato, è un atteggiamento scientificamente inaccettabile.
L’ISDE chiede che si faccia chiarezza riguardo al progetto del termo-ossidatore, che si effettui una valutazione di impatto ambientale tale da analizzare con la dovuta serietà i possibili effetti sulla salute della cittadinanza ed i rischi di incidente rilevante e che vengano valutate le capacità di risposta delle locali strutture sanitarie e di emergenza nel caso un evento di tal genere dovesse verificarsi.
I Medici per l’Ambiente chiedono così a gran voce che il Paese impari a pianificare scelte di tanta importanza senza improvvisare e senza perdere la visione di insieme, che compendi così le esigenze di difesa con la tutela dell’ambiente e della salute pubblica”.
MEDICI PER L’AMBIENTE