La vicenda relativa alla costruzione della palazzina nota come sagoma S3 in via Papa Giulio II, adiacente allo stabile di via Frangipane, è finita sul tavolo del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Circa duecento cittadini, residenti nel palazzo popolare dell’Ater, infatti, hanno indirizzato al capo dell’amministrazione regionale una lunga lettera con la quale informano Marrazzo delle presunte violazioni che sarebbero intercorse nell’iter che ha portato al rilascio delle concessioni edilizie nella zona, prima tra tutte il mancato rispetto delle distanze tra l’edificio preesistente e la sagoma S3.
In tal senso i residenti spiegano a Marrazzo che la nuova costruzione si trova ad appena tre metri di distanza dall’altra, quando la legge prescrive un distacco di almeno dieci metri e ricordano che dalla previsione di un solo piano si passò a tre. Nella missiva i cittadini sottolineano anche che la deroga sulla distanza, prevista dalla legge di riferimento solo nei casi di piani particolareggiati, deve comunque presupporre una motivazione nel cambiamento che non si riscontra negli atti che hanno portato all’approvazione del piano di recupero Baccelli-Santo Spirito, nel quale è inserito l’intervento edilizio contestato.
A questo, inoltre, i cittadini aggiungono che la nuova costruzione, lungi dal produrre un miglioramento della vivibilità della zona, determinerà disagi alla viabilità, problemi di traffico e di parcheggio. Una situazione drammatica, secondo i residenti, e che sarebbe ulteriormente peggiorata dalla realizzazione degli altri 14.000 metri cubi di cemento, metà commerciale e metà residenziale, previsti nell’unico spazio libero rimasto nel quartiere, vale a dire quello accanto al vecchio palazzo della Nona. Infine i cittadini ricordano anche le lacune dello schema di convenzione, allegato alla delibera con la quale venne approvato il piano di recupero, che non prevede un vincolo specifico di vendita di una parte degli alloggi realizzati nella sagoma S3, pur essendo destinati a categorie speciali.