“Oggi Civitavecchia si trova indiscutibilmente ad essere area di crisi economica ed industriale, il progetto riguardante l’idrogeno verde al posto del gas può essere la risposta in piena coerenza con le linee guida della Commissione Europea nonché con le condizionalità ambientali richieste per l’accesso ai fondi europei”. E’ il passaggio chiave di un lungo articolo di Mario Agostinelli, pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”, nel quale si torna a parlare del futuro dell’area di Torre Valdaliga Nord.
Agostinelli, apertamente schierato a favore dell’opzione idrogeno, come peraltro anticipato proprio a Telecivitavecchia durante una partecipazione alla trasmissione Trc Mattina Live, boccia il progetto della riconversione a gas proposto da Enel. Al riguardo, sottolinea che le norme europee, le regole del Recovery Fund e i piani di investimento da programmare renderebbero la centrale a gas di Civitavecchia, come tutte le nuove centrali a gas in via di costruzione, già obsolete prima di aver messo il primo mattone in opera. Per il giornalista, non è un buon modo di utilizzare denaro pubblico, soprattutto nel quadro della situazione di crisi e degli impegni da prendere in Europa. A suo giudizio, con la riconversione a idrogeno si unirebbero risanamento ambientale e ripresa economica e ne uscirebbero avvantaggiati una volta tanto i cittadini, i lavoratori, le istituzioni e le imprese, una volta tanto rispettose dell’ambiente e della salute. Quindi, la “questione Civitavecchia”, ovvero il futuro del polo energetico più importante del Paese, esce nuovamente dai ristretti confini locali. Certo, il progetto Enel di riconversione a gas di Torre Nord è in una fase più che avanzata, ma non si escludono colpi di scena. Infatti, i vertici della spa energetica cominciano a considerare con particolare interesse tutto ciò che si sta muovendo attorno ai progetti riguardanti l’idrogeno.
3 Comments
Nicola
Colpi di scena? Al massimo a fianco della centrale a gas verrà installato un impianto di produzione idrogeno qualora ci siano attività locali, per esempio nel porto, in grado di usarlo. Mi sembra sia ormai chiaro che l’energia elettrica non si fà con gli articoli di giornale e le chiacchiere dei comitati.
alessandro c
Credo sia ora di farla finita con progetti che non hanno la certezza di poter essere realizzati o comunque che non hanno sistemi realizzati.
In italia oramai c’è la corsa a chi la dice più grossa e contro qualsiasi forma che si pensi sia contro il potere.
Enel , eni , eni gas , società partecipate da pubblico o da privato sicuro che non fanno interessi dei cittadini , ma di lì a dire che si possono realizzare forme diverse dall’attuale senza una qualsiasi comparazione è davvero un atteggiamento ed un modo informativo pessimo.
Attualmente nel mondo non c’è nessuna nave che utilizza idrogeno ( stanno sperimentandone una dal 2019 ed ancora non è attiva) , macchine ad idrogeno ce ne sono pochissime , inoltre la trasformazione dell’idrogeno non è così facile nè conveniente, se così non fosse già si sarebbe passati ad altre forme.
E’ ora che tutti questi sapienti copiaedincolla e sopratutto le testate giornalistiche facciano una attenta visione di quello che scrivono e da chi scrive.
Per esempio ora potrei essere io tra i tanti a fare un articolo di prima pagina ricorrendo a questo articolo e scrivendo che chi dice dell’idrogeno non conosce il progetto acqua…
https://www.leggo.it/tecnologia/news/l_auto_ad_acqua_realta_secondo_scienziato_iraniano_video-2108714.html
giovanni
L’idrogeno verde può andare bene per la calderina di un centinaio di case consumando tanta energia elettrica prodotta tradizionalmente: a livello industriale ossia quantità utilizzabili da una qualsiasi industria l’idrogeno si può ottenere solo separandolo dalla CO2 del metano.
Ma quì sorge il problema di cosa fare con la CO2 residua e a questo punto tutto si blocca.
Se qualcuno ha buona memoria ENEL in previsione della costruzione di TVN a carbone promise di fare in modo da iniettare in profondità i gas residui dalla combustione ma restò solo un vaga promessa per tranquillizzare qualche ambientalista che rompeva e che stranamente non si fece più sentire.
Con le ideologie dei vari comitati non si va lontano e Mario Agostinelli è uno di questi!