"Assisto la mamma denunciata per abbandono di minore e per maltrattamenti in famiglia dal commissariato di polizia". Inizia così la lettera dell'avvocato Roberto Sorbo, legale della donna denunciata appunto, il quale poi aggiunge, pur confermando sostanzialmente la vicenda, ovvero dalla chiamata al 113 fatta dal bambino stesso, fino all'affidamento dello stesso al padre, di voler evidenziare "l'estrema delicatezza del caso".
"L'episodio – aggiunge il legale – avrebbe richiesto ed imposto una più profonda riflessione, prima di procedere alla pubblicazione delle notizie. I particolari della vicenda infatti, sono stati appresi dalla mia assistita solo dagli organi d'informazione, ai quali probabilmente qualche addetto li ha forniti contravvenendo alle più elementari norme che impongono la riservatezza delle informazioni acquisite in fase d'indagine, prima ancora che le stesse abbiano ricevuto idoneo riscontro. Nel caso di specie, se da un lato il provvedimento di affido del minore in via temporanea al padre, adottato dalla procura dei minori, sulla base delle sole dichiarazioni del minore, è da considerarsi al momento un atto dovuto a tutela del bambino, dall'altro gli accertamenti che saranno posto in essere dalle autorità competenti, anche sulla base delle dichiarazioni che la mia assistita fornirà, daranno la reale chiave di lettura e la effettiva dimensione dell'episodio". Dunque a questo punto assume una notevole importanza la versione dei fatti che fornirà la madre del ragazzino.