Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico approvata all’unanimità dal consiglio regionale del Lazio lo scorso 17 marzo. Per il Comitato Acqua Pubblica di Civitavecchia si tratta di una decisione grave che tenta ancora una volta di rimettere in discussione i principi affermati nel referendum vittorioso del 2011 per la gestione pubblica partecipata, efficiente dell’acqua, principi accolti e ribaditi dalla normativa regionale.
“Leggendo le motivazioni dell’atto governativo – si legge in una nota del Comitato – ricaviamo la certezza che esso è ispirato da un intento chiaramente politico: da un lato tende ad impedire che gli enti locali determinino autonomamente la forma migliore di gestione del servizio idrico, svincolato dalle logiche di mercato, perché l’acqua non è una merce, e dall’altro favorisce le privatizzazioni , garantendo i profitti dei gestori privati come Acea. Il Comitato, invece, si batte per salvaguardare l’interesse collettivo e difendere insieme ai cittadini la legge regionale, esigendo la sua piena attuazione. Sosterremo, perciò, le iniziative che l’Amministrazione comunale e il sindaco Cozzolino, come ha preannunciato, metteranno in campo a questo scopo. Inoltre, siamo sicuri che, in accordo coll’azione giudiziaria di opposizione all’impugnativa attuata dalla Regione, anche il nostro Comune si costituirà in giudizio a difesa della legge”.