Il maltempo fa bene e male allo stesso tempo alla qualità dell’aria. L’ennesima conferma è arrivata con l’ultimo report pubblicato sul sito di Arpa Lazio, organismo pubblico che ha in gestione le centraline per il controllo atmosferico in tutto il territorio regionale. E nel periodo compreso tra il 22 e il 28 aprile, caratterizzato in particolare dalla presenza di vento e pioggia, i livelli di inquinamento sono crollati dappertutto, a Civitavecchia come nel resto della regione, con l’unica eccezione delle polveri sottili, che hanno invece raggiunto livelli ai limiti della soglia di allarme.
Così dopo l’impennata delle ultime settimane, i biossidi di azoto sono tornati a scendere. In Largo Monsignor d’Ardia, dove si registra sempre il picco più alto, si è passati da 82 a 49 microgrammi al metro cubo. Il valore dei biossidi scende comunque in tutte le postazioni controllate da Arpa Lazio. Al porto si è passati dai 48 microgrammi del precedente report ai 17 attuali, a Villa Albani da 51 a 29 microgrammi e in via Morandi da 44 a 27. Biossidi in discesa anche nei quartieri periferici: ad Aurelia il picco massimo è stato di 8 microgrammi, ancora non disponibile quello della centralina di Sant’Agostino ferma da oltre un mese, al Faro il valore è stato di 9 microgrammi, a Campo dell’Oro di 11, mentre a San Gordiano è arrivato a 12 microgrammi. A Fiumaretta, infine, i biossidi si azoto sono stati pari a 23 microgrammi al metro cubo. Per quanto riguarda gli altri agenti inquinanti, la situazione mostra l’ozono stabile, attestato tra i 73 e i 79 microgrammi al metro cubo nelle diverse postazioni di controllo. Il benzene rilevato dalla centralina di Fiumaretta è sceso, passando da 0,4 a 0,2 microgrammi al metro cubo. In discesa anche il monossido di carbonio, come sempre osservato speciale per via della presenza della centrale a carbone di Torre Nord, che in città ha raggiunto 0,2 microgrammi al metro cubo e a Fiumaretta 1,1 microgrammi. In salita, viceversa, i valori delle polveri. Il valore più alto è stato registrato dalla centralina di Aurelia con 67 microgrammi, mentre quello più basso al Faro con 30 microgrammi. Dati assolutamente anomali, quelli relativi alle polveri, considerando che nel corso del tempo si sono sempre attestati su valori particolarmente bassi. Non è escluso che anche in questo caso possa aver avuto la sua importanza la situazione atmosferica, con i venti africani che hanno portato nell’aria la sabbia del Sahara.