Il gruppo, formatosi nel 2012 , che vede all’opera Fabio Angeloni, giornalista e responsabile della comunicazione di un importante gruppo bancario, Roberto Fiorentini, manager e noto animatore politico-culturale e Gino Saladini, eclettico medico legale e psicoterapeuta, spesso ospite in Rai ed autore de “L’Uccisore “, edito da Rizzoli con grande successo di vendite e di critica, ha deciso di indagare , con il suo teatro di parola, nel mondo del jazz, raccontando, col consueto stile narrativo ed accattivante, la musica e la vita di tre mostri sacri della musica jazz della metà del secolo scorso.
Lo spettacolo racconterà quindi Baker, Monk e Parker , partendo da alcuni aneddoti delle loro vite per arrivare alla grandezza della loro musica. Le tre storie verranno sapientemente intrecciate, anche utilizzando quel disinvolto interplay di stampo jazzistico che contraddistingue i lavori di questo trio, per coinvolgere il pubblico ed arrivare anche a quanti conoscono meno la storia del jazz. Oltre alle registrazioni originali di notissimi brani del repertorio dei tre musicisti , lo spettacolo si avvarrà di proiezioni di foto e di filmati di repertorio, spezzoni di film e ricostruzioni d’epoca. Protagonista sarà la musica di quegli anni , quando con Parker e Monk si saluta la nascita di un nuovo stile. Questo stile fu chiamato bebop o semplicemente bop, dal suono di una frase ricorrente nei brani tipici di questa nuova musica ed era praticato soprattutto da musicisti giovani, appena giunti sulla scena jazz di New York. E di quelli immediatamente successivi che videro una reazione agli aspetti più estremi del movimento bebop, reazione che, dalle sue caratteristiche melodiche e rilassate, prese il nome di cool jazz e di cui proprio Chet Baker fu uno dei principali esponenti. Il racconto, poi, si estenderà alle vite dei tre maestri, mettendo in luce il disagio, la tragica spirale della droga e della follia, ma anche la grandezza , il successo, le donne e gli amori.
Anche “Mostri sacri”, come gli altri spettacoli di Angeloni, Fiorentini e Saladini sarà costruito , alternando scene recitate, letture, proiezioni e happening di coinvolgimento del pubblico in sala, utilizzando un linguaggio semplice , in grado di parlare ad ogni tipo di spettatore e di coinvolgere sia l’appassionato di jazz, venuto per i concerti del festival, sia i curiosi o quelli ” di passaggio “. Le chiavi dello spettacolo, della durata di un’ora circa, sono, come di consueto, humor, poesia e racconto didattico , utilizzate con l’obiettivo di solleticare la fantasia di chi assiste e spingerlo ad approfondire e a conoscere i temi oggetto della piece.
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