Noi tutti, civitavecchiesi un po’ più attenti di altri a quello che ci accade intorno, speriamo sempre in un moto d’orgoglio, in un colpo di reni da parte di questa città bastarda e malata, abusata e malmessa, ma comunque sempre la nostra città, nostra!
Non sono né parente, né amico di Marco Galli, ma conosco la sua storia, quella di grande sportivo e quella ben più grande, di uomo sfortunato, stroncato in giovane età da un tumore.
Ebbene, accostare il suo nome a quello dell’Enel, che appunto tanta salute e benessere ha portato nel nostro territorio, è non solo insensato ed inopportuno, ma immorale, quasi surreale.
Sarebbe bello se lui potesse rispondere, dirci quello che pensa, chissà!
Ancora una volta, questa città prona e martoriata deve piegarsi a misere logiche politico-economiche, frutto dell’ottusità e della miopia di amministratori che tutto sanno vedere e prevedere tranne l’ovvio.
Ancora una volta dobbiamo piegare la testa per una regalia ed accettare una cosa che definire eticamente assurda sarebbe un complimento.
La città è ai minimi storici, sporca e brutta come mai, un immenso cantiere che non vede mai la fine, snaturata in ogni suo angolo, violentata in ogni suo ricordo, pure la Madonnina m’hanno fatto diventare simpatica.
E allora che venga questo moto d’orgoglio, troppi silenzi sento ancora, troppe coscienze che ancora dormono, riprendiamoci la nostra città, che per quanto acciaccata è pur sempre la nostra città, dei civitavecchiesi!
Riccardo Capolonghi