Un inceneritore per la distruzione delle armi chimiche presso il Centro Tecnico Logistico Interforze Nbc di Civitavecchia. È l’ipotesi che viene denunciata da Gino De Paolis, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà alla Provincia di Roma, che in una nota chiede ai vertici militari di fare chiarezza sulla vicenda.
“Ormai – dichiara Gino De Paolis – non è più solo un’ipotesi. Va facendosi sempre più strada la costruzione di un inceneritore per la distruzione delle armi chimiche presso il Centro Tecnico Logistico Interforze (Cetli) NBC di Civitavecchia. Ancora non è dato sapere quali siano le reali motivazioni che giustificherebbero la sostituzione degli attuali impianti di inertizzazione delle armi chimiche. Sembrerebbe prevalere l’idea di utilizzare una nuova tecnologia, che si baserebbe non più sull’ossidazione chimica, come finora è avvenuto, bensì sull’ossidazione termica. Ma, al di là degli aspetti tecnici, che è assolutamente necessario approfondire per inquadrare l’intera questione, in questa fase mi preme innanzitutto portare il tema a conoscenza dell’opinione pubblica e ciò per rispondere ad esigenze di trasparenza e di chiarezza. E’ un dato di fatto che il Cetli NBC, ad oggi, svolge un’opera meritoria – continua il capogruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà in Provincia di Roma – in quanto si occupa principalmente di rendere inoffensive per l’intera popolazione armi pericolosissime, usate in passato per operazioni di distruzione di massa. Inoltre, a detta degli Stati Maggiori del Ministero della Difesa e dei direttori succedutesi nel tempo alla guida dell’Ente, le attività svolte finora sono state ad impatto zero per il territorio ed hanno sempre rispettato la salute della cittadinanza e dei lavoratori. Questo dato è confortato dalle ispezioni internazionali, alle quali l’Ente è periodicamente sottoposto. Nel contempo, però, gli stessi vertici militari e i direttori, in particolare, sono sempre stati restii a dare informazioni quando si tratta di questioni così delicate, trincerandosi dietro dichiarazioni ufficiali, essendo il più delle volte soggetti al segreto militare. Quello che è certo è che negli ultimi anni – prosegue De Paolis – c’è stato un taglio costante e crescente dei fondi assegnati al Cetli NBC, al punto che l’Ente ha sfiorato la paralisi delle sue attività, compresa quella di smaltimento delle armi chimiche, arrivando fino al rischio di chiusura, poi fortunatamente scongiurata. Adesso, che con l’assegnazione pluriennale di fondi ad hoc sembrava vedersi uno spiraglio di luce e si poteva auspicare un rilancio delle attività, ecco prendere corpo questa deprecabile ipotesi. Il dubbio che tutto questo fosse stato pianificato, credo verrebbe a qualsiasi persona, anche ingenua, ma dotata di un minimo di capacità di elaborazione. E’ una vecchia storia: anemizzare una attività, renderla improduttiva, provocare l’emergenza e, magicamente, fornire la soluzione su un piatto d’argento. Ora, coscientemente rifiuto di accettare ogni giustificazione riguardo alla convenienza o meno a realizzare un inceneritore, o impianto di ossidazione termica che dir si voglia – dice ancora De Paolis – e d’altro canto evito, per scelta, in questo momento, di soffermarmi sulle ben più importanti criticità che attengono ai rapporti con il territorio. Su queste mi riservo di fare le mie considerazioni in futuro anche se la mia posizione di contrarietà a qualsiasi dannosa ipotesi di incenerimento è già nota. Quello che mi preoccupa di più è l’ipotesi in sé di realizzazione dell’impianto. Mi limito a ricordare che il consiglio comunale di Civitavecchia si è già espresso contro qualsiasi ipotesi di incenerimento dei rifiuti in città e inoltre uno degli ultimi atti consiliari è stato il diniego all’Aia per il quarto gruppo di Torrevaldaliga Sud. E’ evidente, quindi, che viviamo in un comprensorio – conclude il capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà in Provincia di Roma – che non può più sopportare altri fattori di inquinamento, e allora ci chiediamo come sia possibile proporre una cosa di questo genere. Se le tecnologie esistenti hanno funzionato fino adesso e sono state ad impatto zero, perché sostituirle? Ritengo siano tutte domande e considerazioni legittime e neanche esaustive, e credo che i vertici militari devono rendere conto all’opinione pubblica, alle istituzioni del comprensorio, e alle organizzazioni sindacali, che peraltro da anni stanno conducendo una vertenza comprensiva di tutte le delicate questioni che riguardano l’NBC; ma, soprattutto devono rendere conto ai lavoratori, che vivono quotidianamente i disagi di un Ente che si trova a nove km dalla città ed è sempre più privo dei servizi essenziali, e che sarebbero i primi a pagare sulla loro pelle gli eventuali effetti negativi del cambio di lavorazione. Chiedo, quindi, alle autorità militari di riferire ai cittadini e ai Comuni del comprensorio, e di valutare la possibilità di un ripensamento. Mi impegnerò, dal canto mio, a tenere alta l’attenzione su questa vicenda”.