La quiete dopo la tempesta. Dopo il blitz di giovedì scorso con le perquisizioni e nelle sedi dell’Autorità Portuale e della Roma Marina Yachting e nelle abitazioni degli indagati da parte della Guardia di Finanza, è probabilmente il momento dell’analisi dell’ingente materiale che è adesso a disposizione della Procura della Repubblica di Civitavecchia. Procura che indaga per il reato di turbativa d’asta in merito alla scelta del progetto per la realizzazione del porticciolo antistante il Forte Michelangelo sulla base delle denunce inoltrate dalla Porto Storico srl, altra società interessata il cui elaborato era stato però ritenuto non conforme alle aspettative nel corso della conferenza di servizi.
Conferenza di servizi che era presieduta dall’ex sindaco Cozzolino e alla quale erano stati invitati numerosi soggetti istituzionali oltre all’Authority, dai ministeri interessati alla Regione, dalla Capitaneria di Porto all’Agenzia delle Dogane. Secondo il pubblico ministero che sta conducendo l’inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Alessandro Gentile, i quattro indagati, ovvero presidente e segretario dell’Autorità Portuale, Francesco Maria di Majo e Roberta Macii, e i massimi esponenti di Roma Marina Yachting, Dario e Edgardo Azzopardi, avrebbero operato per fare in modo che alla fine venisse scelto il progetto presentato dalla società composta per il 70% da Port Mobility e per il restante 30% da una società monegasca specializzata nel settore. Il magistrato, sulla base dei documenti sequestrati, dovrà verificare se, come sostenuto da Medov nella sua denuncia, vi sia stata o meno, un’azione congiunta di Molo Vespucci e di Port Mobility per favorire quest’ultima. Tesi, questa, che viene fortemente contestata dai difensori delle parti. Così come già annunciato dall’avvocato Lorenzo Mereu, difensore dei massimi esponenti dell’Authority, anche l’avvocato Andrea Miroli, legale di Guido e Edgardo Azzopardi, ha chiesto che i suoi assistiti vengano sentiti il prima possibile al fine di chiarire la loro posizione. A quanto pare, il legale dovrebbe produrre un’ingente quantità di materiale dal quale si dovrebbe desumere la correttezza dell’operato dei suoi assistiti. Ricorda anche come, nel periodo in cui sarebbe stato commesso il presunto illecito, i rapporti tra Autorità Portuale e Port Mobility fossero pessimi, con continui scontri tra le parti. Intanto, non ha trovato conferma la notizia riguardante la presenza di altri indagati nell’inchiesta. Si era parlato nelle scorse ore di personaggi che nulla hanno a che spartire con l’universo portuale.