Sergio Capitani è morto per il violento colpo alla testa subito dopo esser stato sbalzato via dal forte getto di acqua e ammoniaca fuoriuscito dal tubo che, insieme agli altri tre operai feriti, stava cercando di liberare da una sorta di otturazione che si era creata all’interno dalla stessa ammoniaca cristallizzata.
E’ questo il primo responso dell’autopsia svolta ieri sera dal medico legale Guido De Mari. Adesso si attende il responso dell’esame tossicologico che dovrà stabilire anche se e quanta ammoniaca possa aver inalato l’operaio. Già dall’autopsia di ieri sera però, a quanto pare polmoni e bronchi erano seriamente compromessi.
L’esame autoptico, dunque, sembrerebbe smentire quella che è stata la prima relazione sull’incidente mortale, almeno su due aspetti. Il primo, è quello che Capitani quasi sicuramente non indossava la maschera antigas, perché altrimenti non ci sarebbero stati i polmoni e i bronchi così danneggiati. Secondo, è davvero poco probabile che il tubo non fosse in pressione, perché altrimenti non sarebbe stato sbalzato via con tanta violenza. Un getto talmente potente che avrebbe fatto letteralmente volar via l’operaio, che sarebbe finito addosso ad un palo posto a qualche metro dietro di lui, dove ha battuto con estrema violenza il capo.
Intanto la procura ha rimesso la salma a disposizione della famiglia, e domani alle 11, presso la chiesa di San Francesco a Tarquinia, si svolgeranno i funerali.