CIVITAVECCHIA – Due anni, anzi poco meno considerando che l’operazione è già iniziata, per fare dell’interporto di Civitavecchia un punto di riferimento importante nella logistica del centro e sud Italia. E’ l’obiettivo contenuto nel piano industriale consegnato a Palazzo del Pincio e che ha consentito a Civitavecchia Fruits Forest Terminal di avere il via libera per la gestione della piattaforma logistica acquistata all’asta fallimentare per oltre 3 milioni di euro.
E a poco più di tre mesi da quell’aggiudicazione, arrivata dopo una serie pressoché infinita di aste andate a vuoto in considerazione della difficile situazione finanziaria dell’interporto, si riesce ad avere qualcosa in più delle semplici indiscrezioni riguardo i programmi presentati dalla società italo-belga per lo sviluppo della struttura. Programmi che, come detto, sono stati giudicati positivamente dal Comune di Civitavecchia, ente proprietario della piattaforma logistica e che aveva l’ultima parola in ordine all’affidamento della gestione. Ebbene, leggendo il piano operativo, la prima cosa che salta agli occhi è quella riguardante lo sviluppo occupazionale. Per Cfft, infatti, entro il dicembre del prossimo anno all’interno dell’interporto dovrebbero lavorare almeno 80 persone in più rispetto alle attuali 50. Il programma prevede infatti che, a regime, all’interno della piattaforma logistica opereranno, a vari livelli, 130 dipendenti. Un incremento occupazionale che sarebbe figlio di un’operazione di rilancio della struttura già avviata, con l’acquisizione di nuovi clienti di diverse tipologie di merce ma, soprattutto, con il rafforzamento delle capacità di stoccaggio dei prodotti agroalimentari. Ciò, anche in virtù del protocollo d’intesa siglato dall’Autorità Portuale con il Centro Agroalimentare Romano. Come primo punto di stoccaggio, ci sarà poi una forte commercializzazione per altre tipologie merceologiche che fino ad oggi non hanno trovato le giuste risposte a Civitavecchia e si sono rivolte verso altre piattaforme logistiche con notevoli costi per gli importatori.