“Un’operazione storica”. Il sindaco Moscherini ha proferito una delle sue elocuzioni predilette, stamattina in conferenza stampa alla sala Cutuli del Pincio, alla quale ne ha aggiunta un’altra subito dopo: “Civitavecchia rinasce”. Oggetto dell’entusiasmo del primo cittadino, il Protocollo d’intesa sottoscritto proprio questa mattina tra il Dicastero e il Comune di Civitavecchia, relativamente all’alienazione e valorizzazione degli immobili militari presenti sul territorio comunale.
Primo passo, come spiegato nel testo del protocollo di cui ha dato lettura direttamente il sindaco (attorniato dai silenti assessori al Patrimonio, Bilancio, Opere Pubbliche, rispettivamente Andrea Pierfederici, Gianpiero De Angelis ed Enrico Zappacosta) è quello di “recuperare la caserma De Carolis in quanto non più strumentale al Ministero della Difesa, valorizzandola con nuove destinazioni urbanistiche” per arrivare poi all'”alienazione del suddetto immobile valorizzato, al fine di recuperare risorse per soddisfare le esigenze infrastrutturali e alloggiative delle Forze Armate”. Cosa ci guadagna il Comune? La possibilità di recuperare e valorizzare la caserma per fini sociali di interesse quindi collettivo. Sulla De Carolis Moscherini ha lanciato tre opzioni, delle quali ha detto di voler “discutere con maggioranza e opposizione”. Primo: realizzare la “cittadella universitaria, laddove si riesca a mantenere l’università a Civitavecchia, stante la situazione agonizzante dell’attuale consorzio”. Secondo: realizzare una “cittadella sanitaria” a completamento di “un vero ospedale sul territorio, con una specializzazione in determinate patologie, attraverso strutture di ricerca e attività innovative”. Terzo: destinare la caserma al “social housing, per risolvere le situazioni di emergenza abitativa e per far alloggiare temporaneamente i residenti dei quartieri che demoliremo e ricostruiremo”. Ma, come detto la caserma di Aurelia è solo il primo passo. Come si legge all’articolo 3 del Protocollo il Comune e il Ministero dovranno redigere un “piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari”, nel quale inserire altri edifici, piano che dovrà essere approvato entro un anno, pena la scadenza del protocollo. Passaggio successivo la stipula dell’accordo di programma.