Una discussione pubblica sull’argomento, quanto mai delicato, e un confronto con il sindaco e l’assessore alle pari opportunità. Lo chiede la Consulta delle Donne dopo l’annuncio dell’assessore Magliani che l’amministrazione comunale e la Asl Roma 4 hanno recentemente terminato l’iter che consentirebbe l’inumazione di prodotti abortivi e feti entro il terzo mese non dichiarati morti dall’Ufficiale di Stato Civile.
“L’assessore – prosegue la Consulta delle Donne – ci informa che l’iter si concluderà con la firma del contratto di concessione di un’area cimiteriale presso il Cimitero Nuovo ad una Associazione Privata “Difendere la Vita con Maria – Onlus”, ma Magliani, che definisce l’ iter “un atto di civiltà”, non chiarisce nel suo comunicato che il Comune generalmente predispone, allo scopo, un terreno all’interno dei Cimitero e che la legge sin dal 1990 consente l’inumazione: per ciò la mamma o i familiari, entro 24 ore dall’intervento o dal parto possono, se lo desiderano, inoltrare domanda scritta di inumazione”. Per la Consulta delle Donne è poi incomprensibile perché l’iter intrapreso da Palazzo del Pincio e dalla Asl debba prevedere la concessione per 70 anni dell’area cimiteriale a dei privati, per altro di chiara appartenenza religiosa ed esplicitamente contrari la 194, legge della Repubblica Italiana che regola la maternità consapevole e l’ interruzione volontaria della gravidanza. “Ci pare quindi che, in maniera subdola – conclude la Consulta – l’amministrazione voglia colpire ai fianchi le donne”.