Pochi, pochissimi, forse solo gli addetti ai lavori se ne sono accorti, ma per almeno due settimane dall’inizio di questo mese la centrale di Torre Valdaliga Nord è rimasta ferma. Un fermo, quello dell’impianto a carbone più importante del Paese assieme a quello di Brindisi, dovuto, a quanto sembra, al fatto che la spa attendeva la fornitura da parte di Terna dei dati relativi al fabbisogno fino al prossimo mese di settembre, quando scadranno i termini del decreto sull’emergenza gas e la relativa proposta sull’energia da produrre in ogni singolo impianto di taglia medio-grande.
Le richieste di Terna sono arrivate e l’impianto ha ricominciato a funzionare nei giorni scorsi, con la previsione di un utilizzo maggiore nei mesi estivi, quando l’accensione di milioni di condizionatori d’aria farà impennare la domanda di energia. Il fatto che la centrale di Civitavecchia sia rimasta ferma per almeno due settimane si presta comunque ad alcune considerazioni che esulano dallo specifico dell’attività energetica e industriale. La prima riguarda l’ambiente: andando a rileggere i dati forniti da Arpa Lazio dall’inizio del mese relativamente all’inquinamento verificato quotidianamente a Civitavecchia, si evince che per quanto riguarda le sostanze controllate, ovvero ossidi di azoto, polveri, benzene e monossido di carbonio, non c’è molta differenza con quelli diffusi nei periodi in cui la centrale è pienamente funzionante. Quindi, quel tipo di inquinamento rilevato dalle centraline, peraltro quasi sempre nei limiti di Legge, proviene da altre fonti. Diverso il discorso per l’anidride carbonica, la CO2, che non viene misurata e che non ha in ogni caso impatti diretti sul territorio ma contribuisce a generare il cosiddetto effetto serra. La seconda considerazione riguarda le attività marittime. Ci siamo accorti che qualcosa stava accadendo a Torre Nord perché da giorni la banchina dove attraccano le carboniere è desolatamente vuota. E ciò sta a significare che dopo un anno e mezzo di boom, il traffico del carbone, almeno momentaneamente, è ritornato a scendere. Le prime stime parlano di un calo rilevante nelle ultime settimane, tant’è che alla fine di maggio del 2022 si era già ampiamente superato il milione di tonnellate, mentre alla fine di questo mese difficilmente si toccherà quota 850mila. Questo significa minori introiti per diversi segmenti dell’economia cittadina. Dalle società che vivono con la movimentazione del carbone per la centrale, a quelle che svolgono servizi, di manutenzione e altro, per conto di Enel e delle carboniere e per finire con la stessa Autorità Portuale che, perlomeno per questo mese, incasserà canoni notevolmente inferiori.
5 Comments
giovanni
Sapete benissimo perchè la ciminera è alta più di 200 metri
scintilla
la centrale è stata ferma per più di un mese,non 2 settimane. serve solo a mantenere i posti di lavoro delle ditte e dei vari esuberi enel.
r.sorgenti@tiscali.it
Mi complimento con il redattore per la chiarezza di esposizione, non confusa, come spesso succede, dalla solita fuorviante demagogia che demonizza il carbone da parte di coloro che non ne hanno sufficienti conoscenze tecniche.
Il fatto che il rilevamento delle emissioni potenzialmente nocive non ab bia rilevato sostanziali differenze è la migliore dimostrazione della fuorviante retorica di chi demonizza questo modernissimo ed essenziale impianto la cui fermata a Maggio (periodo tradizionale di minore richiesta di energia in rete, rispetto ai picchi invernali ed estivi!) non può certo essere presa come elemento per definirne l’utilità o meno.
Auguriamoci che il buon senso infine possa emergere e ci si renda conto di quanto sia importante avere impianti moderni e di tale capacità in grado di produrre abbondante elettricità a condizioni davbvero ragionevoli e sostenibili per un Paese avanzato e che vuole rimanere tale!
Fillo Nello
Bè, se stava ferma due mesi era ancora meglio…
Luna
E’ più che normale che nessuno se ne sia accorto. Abbiamo imparato a non guardare il cielo in quella direzione, tantomeno in direzione porto. Qualsiasi cosa sarebbe inutile, figuriamoci il guardare!