Denunce, polemiche, accuse incrociate. Il clima intorno alla vertenza delle società partecipate torna a farsi incandescente e non poteva essere diversamente, considerando che siamo al rush finale. Il 13 settembre in Tribunale è previsto il piano di concordato con i creditori. Prima, probabilmente entro la fine della prossima settimana, al Palazzo di Giustizia sono attesi i liquidatori delle società partecipate, per illustrare cosa rimane di Hcs, Città Pulita, Argo e Ippocrate. I sindacati, o almeno una buona parte di loro, sperano niente, perché significherebbe che tutti i lavoratori hanno accettato il trasferimento alla Csp. Dopo una giornata a dir poco convulsa, aperta con l’arrivo in Comune dei Carabinieri, la commissione tecnica paritetica ha tracciato la linea finale.
“Su 384 dipendenti, hanno firmato l’accordo in 372 – dichiara Alberto Manzini, segretario generale della Cgil territoriale – direi che è andata benissimo. Chi non ha firmato, riceverà dalla Csp la proposta di assunzione in base ai livelli di inquadramento citati nell’ultima lettera di convocazione e dovrà rispondere per iscritto”. Di tutt’altro avviso l’Ugl. “Mi sarei aspettata il passaggio dei lavoratori con la stessa posizione – afferma Fabiana Attig, segretaria territoriale – considerando il decreto Madia, che all’articolo 24 stabilisce che in caso di gara o di cessione, il personale transita nella nuova società con le stesse condizioni. Così non è stato, sono stati abbassati livelli e sono stati applicati demensionamenti ai lavoratori e non ai dirigenti, tra l’altro producendo un risparmio di meno 30 mila euro all’anno”. E scoppia così la guerra delle cifre, con la Cgil che parla di risparmi invece considerevoli, che sfiorano i 700 mila euro tra taglio dei supermini, giornata di riposo mensile non retribuita e nuovi livelli di inquadramento. Ma più che i numeri, a segnare la nuova spaccatura tra i sindacati sono le denunce dei lavoratori e l’arrivo dei Carabinieri in Comune. “Quanto successo nelle ultime ore lo reputo strumentale – commenta Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil territoriale – c’è un accordo sindacale siglato da tutti, bisognerebbe rispettare quello che si firma”. Va giù dura la Cgil. “Chiamare le forze dell’ordine è un gesto sconsiderato, non stiamo ricattando nessuno, agiamo per il bene dei lavoratori”, attacca Manzini. “Abbiamo delle lettere che in sostanza dicono o firmi o non passi alla Csp – afferma Attig – una ventina di lavoratori hanno deciso di sporgere denuncia, ho le copie delle querele. Si cita sempre l’accordo, dimenticando però che è un’ipotesi e che è stato più volte violato”. Nel dibattito si inserisce anche la Fesica, che parla di “clima di tensione inutile e dannoso per tutti”. “Sarà la magistratura inquirente a valutare i fatti denunciati da molti lavoratori”, sostiene la Fesica, che si affida all’amministratore di Csp Francesco De Leva, sperando che ristabilisca il rispetto della legge in una società che rischia di partire con tanti contenziosi.