Allarme in porto dopo le voci sulla volontà della Gnv, la Grandi Navi Veloci, di ridimesionare il numero di viaggi sulla tratta Civitavecchia-Palermo. All’origine della decisione, l’aumento dei diritti di imbarco dei passeggeri e dei rotabili nel porto di Civitavecchia, imposti dall’Autorità di Sistema Portuale a partire dal 2021.
“La soppressione della tratta Civitavecchia-Palermo sarebbe un passo indietro inaccettabile non solo per i traffici marittimi, ma per l’intero sistema Paese. Stiamo parlando della linea marittima che unisce due Regioni che da sole rappresentano un quinto dell’intera popolazione italiana. Da primo cittadino di una delle due città interessate, appena delegato dal presidente dell’Anci De Caro alle città portuali, mi sto facendo carico della situazione per scongiurare quella che sarebbe una sconfitta per l’intero sistema logistico regionale. Ho avuto un colloquio con il dottor Matteo Catani, Amministratore delegato della compagnia di navigazione e mi attiverò anche presso il governo per non lasciare nulla di intentato: la decisione di aumentare le tariffe, presa dall’Autorità di sistema portuale del Tirreno Centro Settentrionale, di fatto ha messo a repentaglio una tratta strategica, peraltro in una fase delicata come quella dell’attuale emergenza sanitaria. Per non parlare, cosa ancora più grave, delle ripercussioni sul piano economico ed occupazionale che ciò creerà a Civitavecchia. Sappiamo quanto il porto sia in sofferenza e invece di favorire iniziative di rilancio ci troviamo a perdere pezzi per mare, compromettendo gravemente la competitività dello scalo. Il danno che ne deriva si ripercuote inevitabilmente su tutta la regione. Torno a chiedere che il ministro De Micheli e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti si attivino con la massima urgenza per affrontare una volta per tutte le problematiche del porto di Civitavecchia e risolverle”. Questo quanto dichiara Ernesto Tedesco, sindaco di Civitavecchia.
“Di fatto non si parla di un provvedimento definitivo – affermano dall’Autorità Portuale – come si può evincere dalla lettura del decreto in questione (decreto presidenziale n. 272 dell’8 ottobre 2020) ma solo dell’avvio di un procedimento amministrativo del quale, come previsto dalle legge, è stata data evidenza proprio al fine di una maggiore e totale condivisione con tutti gli operatori alcuni dei quali hanno, ad oggi, fatto pervenire le loro osservazioni dando altresì delle importanti indicazioni alternative per far fronte ad una situazione critica per tutti. Questa AdSP è sempre stata e lo è a maggior ragione in questo momento emergenziale, disponibile ad un confronto costruttivo e concreto.
Appare quindi incomprensibile che, di fronte ad un provvedimento non operativo, peraltro redatto sulla base delle richieste pervenute dagli organi di controllo in ordine all’opportunità di trovare all’interno le risorse necessarie a fronteggiare i deficit di bilancio e che quindi può essere considerato una mera base di discussione, si dia luogo da parte di alcuni ad una sorta di contestazione generale sull’intero operato dell’ente. C’è, invece, bisogno di coesione e di una condivisione generale delle problematiche da affrontare al fine di trovare, insieme ed uniti, soluzioni adeguate. La situazione contingente di certo non aiuta. Ma è proprio in questi momenti che è necessaria la coesione. Si fa presente che l’avvio del procedimento amministrativo volto alla revisione dei diritti portuali (che peraltro prevede degli aumenti delle tariffe ben al di sotto delle tariffe che furono ridotte con la riforma del 2017 da parte di questo ente) non è un provvedimento definitivo e le ragioni sottostanti a siffatta revisione sono state ampiamente illustrate la settimana scorsa dal responsabile dell’Area Bilancio ai membri dell’Organismo del Partenariato, facendo presente che si trattava piuttosto di una base di discussione sulla quale sviluppare un confronto relativamente ai problemi di bilancio dell’ente; se ne discuterà, come giusto, oggi in Comitato di Gestione e, ancora, nel prossimo Organismo di Partenariato con tutti gli attori del cluster portuale.
Ciò premesso, non possiamo credere che di fronte ad un percorso amministrativo appena iniziato che potrebbe condurre, a seguito di un confronto con il cluster portuale, anche a rivedere le proposte dell’ente, possano essere assunte già decisioni da parte di importanti armatori suscettibili di incidere in maniera determinante sulla già fragile economia portuale, senza considerare che nel caso di specie vengono riviste in particolare le tariffe che pagano i passeggeri e non quindi gli armatori”.
1 Comments
max
chi ha sbagliato deve pagare…