Ha fatto rientro dall’Emilia Romagna un primo gruppo di persone che ha operato per conto della Protezione Civile di Civitavecchia. Partiti alla volta della Romagna, in particolare nel ravennate, nelle ore immediatamente successive alla terribile e drammatica alluvione, i volontari si sono trovati a dover fronteggiare una situazione particolarmente complicata soprattutto riguardo l’assistenza da fornire alle tantissime famiglie in difficoltà.
“Noi siamo stati nel Ravennate e precisamente nella città di Faenza – spiega Arillo – e nei paesi limitrofi. La situazione che abbiamo trovato è quella più o meno di Senigallia se non più grave. In questo caso infatti abbiamo trovato più difficoltà con i quartieri invasi da metri cubi di fango. In particolare le cantine e i primi piani lì sono usati proprio per accantonare quelli che erano ricordi, oltre a mobili ed elettrodomestici. Tutto questo è stato messo fuori uso e buttato quindi la gente ha perso tutto. Tra l’altro con il passare dei giorni la situazione diventa più grave, anche se può sembrare strano perché quel fango che si indurisce all’interno delle condotte fognarie è difficile poi mandarlo via quindi c’è una corsa contro il tempo. Noi abbiamo avuto sette volontari impegnati per due settimane in due lavori diversi: togliere il fango e aiutare le famiglie e dall’altra parte noi con i droni che monitoravamo per conto della prefettura le frane e gli smottamenti che sono purtroppo centinaia e centinaia. Nelle emergenze ti porti a casa i sentimenti delle persone e le emozioni soprattutto di gente di una certa età che perdono i ricordi di una vita ma anche di giovani e meno giovani che hanno fatto sacrifici per tutta la vita oppure avevano iniziato a crearsi una famiglia e all’improvviso hanno perso tutto”.
One Comment
giovanni
Tante lacrime io le farei fare a quelli politici e non che hanno bloccato i lavori relativi alla protezione del territorio facendo anche costruire nella aree dedicate agli ivasi di emergenza tanto che qualche settimana fa in TV facevano vedere servizi sulla siccità passeggiando nell’alveo secco dei fiumi.
E ora per quei super delinquenti l’Italia dovrà buttare miliardi per riparare i danni e forse solo dopo si inizieranno i lavori che non erano stati fatti a suo tempo.