“Il risultato del PUA e dell’analisi delle osservazioni è stato chiaro: a Ladispoli diminuiranno le già poche spiagge libere rimaste. La Commissione e il Consiglio comunale hanno recepito pressoché tutte le richieste di ampliamento metrico delle concessioni esistenti e le richieste di nuove concessioni. Parliamo di ampliamenti di decine di metri a sinistra e a destra di stabilimenti già in attività e permessi per nuove concessioni (anche a chi si è visto sequestrare il camping a Torre Flavia per scarichi abusivi ed irregolarità ambientali) che andranno a consumare, metro dopo metro, quasi tutta la superficie delle spiagge libere accessibili, circa 150 metri di spiaggia sottratti ai cittadini di Ladispoli. Sono state respinte invece con solerzia le osservazioni presentate dal Movimento 5 Stelle, tanto che non ci è chiaro se sia per i contenuti o per motivi politici. Nonostante ciò, durante il Consiglio è stato dichiarato che nel territorio del Comune di Ladispoli vi è una distribuzione pari al 75% di spiagge libere e 25% di spiagge date in concessione che sarebbe perfettamente in regola con i parametri previsti dalla legge regionale del 26 Giugno 2015. L’astuzia è presto smascherata: basta relegare le spiagge libere in zone praticamente inaccessibili (come quella che va da Marina di Palo al Castello Odescalchi) e inserirle nei conteggi complessivi. La realtà invece è che nel centro di Ladispoli (per ammissione della stessa maggioranza) la percentuale è completamente ribaltata, con il 75% di spiagge in concessione a privati e solo il 25% di arenile libero. In tutto ciò, l’Amministrazione dimentica che proprio le legge regionale a cui si fa riferimento, in particolare l’art.7 comma 6, pone marcata attenzione al concetto di fruibilità pubblica per una quota pari ad almeno il 50 per cento. La legge regionale precisa ulteriormente che nella pianificazione delle quote i Comuni sono tenuti a garantire lungo l’arenile di propria competenza ed in ambiti “omogenei” un’equilibrata presenza di spiagge libere in alternanza a quelle date in concessione, proprio per evitare quello che sta accadendo a Ladispoli. Con questo piano, quindi, l’Amministrazione Paliotta dice ai cittadini che, se vogliono la spiaggia libera, possono andare nel tratto di mare tra Marina di San Nicola e Ladispoli, di fronte al bosco di Palo, spiaggia di fatto inaccessibile a bambini, anziani e persone con difficoltà motorie. Nel nuovo PUA proposto è scomparso anche ogni riferimento al diritto inalienabile per le persone diversamente abili di accedere alla spiaggia (Legge 5 febbraio 1992 n. 104). Nel Piano di Utilizzo degli Arenili scompare inoltre ogni riferimento alla salvaguardia ed alle fasce di rispetto per il Bosco di Palo Laziale, le Secche di Torre Flavia e la Palude di Torre Flavia, aree protette ai sensi delle direttive comunitarie 92/43 “Habitat” e 79/409 “Uccelli”. Tutte queste osservazioni le abbiamo prodotte con la speranza che l’amministrazione, per una volta, condividesse l’idea di lavorare per i cittadini e non per l’interesse privato di pochi. Certo ora il Sindaco Paliotta farà una controreplica dicendo che i nostri tecnici si sono sbagliati e che ci inventiamo le cose cercando, come sempre, di mettere a tacere il problema e continuando a garantire una gestione privatistica della cosa pubblica a danno dell’immagine di Ladispoli e della vita dei cittadini. Noi La invitiamo, Sindaco, a passeggiare insieme lungo il litorale di competenza della nostra cittadina per verificare in loco che quanto da noi descritto risponde alla realtà dei fatti. Ci mostri quali sono stati i criteri di omogeneità adottati per la concessione delle aree demaniali. Le possibilità di sviluppo territoriale possono (e devono) essere sfruttate nella maniera più lungimirante possibile dalla politica. Nel nostro programma di governo di Ladispoli sarà punto centrale la riorganizzazione dell’arenile e delle strutture degli stabilimenti, per tornare finalmente a rivedere la spiaggia e ridare a Ladispoli la dignità di città del mare”.
Movimento 5 Stelle Ladispoli