“Ladispoli ha raccolto il messaggio di Giuseppe Civati, candidato a Segretario nazionale del PD, per un “Partito delle possibilità” (“le cose cambiano cambiandole”) ed è nato un Comitato a sostegno”.
“Un manifesto giovane, fresco, attuale, di autentico rinnovamento, che guarda ai giovani, il cui futuro è oggi, condiviso anche da altre fasce d’età, e in linea con i principi e i valori della nostra Costituzione, “la via maestra”. Nella mozione di Civati c’è una bella riflessione sulle possibilità ampiamente e felicemente colte dall’Italia del Novecento post-bellico, quando “nonostante le sconfitte, le alienazioni e le vite agre, le cose sembravano correre verso un progresso inarrestabile, ricco di futuri tutti da esplorare. L’industria, l’arte, il cinema, il design, l’architettura mondiale, tornavano a parlare la nostra lingua. La politica aveva uno spazio e un valore oggi dimenticato e innervava costantemente la quotidianità delle persone”. E c’è un tracciato che indica nella mozione – e non è un’operazione nostalgia – un arco di possibilità socio-economico-culturali per riscattarci dall’attuale situazione di asfissia con una società che tende sempre di più a ripiegarsi su se stessa , vassalla della sfiducia. Insomma una locomotiva italiana che invece potrebbe correre nella giusta direzione ma forzata sul binario morto. Siamo ancora capaci di stupire? Noi crediamo di sì e il PD dovrebbe pilotare e farsi carico del riscatto dal “cinismo e distanza che sono diventate le cifre del rapporto con la vita pubblica italiana” mentre il mondo cambia, modifica i nostri consumi e la capacità di competere. Ci vuole una ricetta italiana che “contempli mosse egualitarie e soluzioni liberali. Perchè uguaglianza è concorrenza leale, legalità e promozione del merito”. In tutti i settori gli italiani esprimono ancora, caparbiamente, “eccellenze incontestabili” sia nel campo produttivo che in quello “delle attività no profit e di cooperazione sociale portate ad esempio come modelli internazionali. Con un plauso per quegli amministratori locali che spesso riescono a supplire, con il loro lavoro, con il loro coraggio, laddove falliscono politiche nazionali di corto respiro, e il rammarico per i nostri talenti sparsi per il mondo del cui contributo l’Italia resta orfana da troppo tempo”. Civati è una persona leale, non appartiene alla schiera degli “innominati” 101 che affossarono la candidatura di Prodi alla Presidenza della Repubblica con conseguenti dimissioni di Bersani da Segretario nazionale e il via libera al Governo delle “larghe intese” che vede “oggi il PD in una coalizione innaturale: Sono sempre stato contrario all’idea in sè e alla sua particolare declinazione – dichiara Civati – l’ambiguità non fa bene a nessuno. Per chiudere un ventennio, ci vogliono libere elezioni democratiche, con una nuova legge elettorale, che avremmo potuto e dovuto già avere individuato”.Sull’identità del partito:”Il PD, fondato per unire e trasformare in qualcosa di nuovo il meglio della storia cattolica, di quella comunista e di quella socialista e liberale, è diventato la riunione degli epigoni delle sue culture di appartenenza, finendo così per archiviare il suo progetto ancor prima di aver anche solo provato a realizzarlo.” Alle domande a cosa serve il PD? e a che cosa serve militare in un partito? : “Serve se e ha senso se in quel partito è possibile davvero esprimersi, valorizzare le competenze, influenzare dal basso e dalla mobilitazione diffusa il governo e le scelte del Paese. Serve se si decide insieme, se si è coinvolti non solo nella scelta delle persone una volta all’anno come fosse una festa comandata, ma se si discute e si valuta la linea politica sulle questioni fondamentali. Questo è un partito in cui vale la pena credere e impegnarsi”.
I promotori del Comitato: Roberto Battillocchi, Luca Caroselli, Mauro Costantini, Enrico Ferretti, Giuseppe Loddo, Ion Marian, Carla Zironi.