Grande spessore del lavoro e ottima accoglienza del pubblico per l’"Alcesti" del Laboratorio teatrale del Liceo Classico "Guglielmotti", proposto da Ettore Falzetti in forma itinerante all’interno dell’istituto. Una rappresentazione preparata con cura che esalta la scelta del "Certamen Traianeum" e del progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio.
Una serie di stazioni, un percorso fra le evocazioni e i simboli della vicenda di Alcesti. Le ringhiere di metallo, le scale di travertino, e poi i corridoi freddi con le porte delle classi senza vita, un distributore di bibite, le finestre di alluminio, la discesa nel giardino nella tiepida sera, fra gli alberi. E i giovani attori che animano la loro scuola, si presentano, si offrono agli spettatori che si fanno pellegrini di un viaggio fra le passioni e i sentimenti, fra il tragico e il burlesco. Si direbbe uno schema, una scelta, una ragione d’espressione che potrebbe ripetersi per i ragazzi del Laboratorio del Classico forgiati da Ettore Falzetti. Un rivisto. Ma, da subito, dal prologo nell’atrio della scuola, si è investiti dal fresco respiro del nuovo, dall’intensità dei caratteri, dalla vitalità dei ragazzi. E il viaggio, il percorso, è una continua scoperta, una ricerca che coinvolge, che spinge al quadro successivo fra i toni aspri, le dolcezze, le magie e gli scontri. In questo gioco continuo, che Ettore Falzetti sa condurre giocando sulla versatilità e la preparazione dei suoi giovani allievi, con alcune invenzioni di grande spessore, l’aiuto viene da questa tragedia di un’Euripide che si è preso un po’ di vacanza rispetto ai suoi testi classici. Un po’ disneyana, la vicenda della fanciulla Alcesti che si sacrifica, nel senso letterale del termine per il suo sposo, il povero Admeto al quale Apollo prima dà l’aiutino decisivo per sposarla poi gli chiede la vita. Alcesti scende agli inferi al posto del suo amato, ma per fortuna Eracle, commosso dalla storia riporta la giovane sposa sulla terra con inatteso lieto fine. Nel liceo deserto, si anima la reggia di Fere dando respiro alla bravura degli allievi del laboratorio che sanno proporre e proporsi fra gli spettatori oltre il testo e la storia, per preparazione e gestualità, in questo tutto teatro di poesia e di contaminazioni, di luci e di ombre, di musica moderna che è la cifra potente della passione del loro deus ex machina, del maieutico e incitatore maestro Ettore Falzetti.