Un tavolo che veda tutti i soggetti coinvolti: imprese, forze sociali, Autorità Portuale, Regione, Comune affinché elaborino in breve tempo una comune piattaforma rivendicativa da sottoporre ad Enel, chiedendo a gran voce che o questa si disponga ad onorare gli impegni assunti; o, in alternativa, proceda a compensazioni – finanziarie e occupazionali – che permettano di fare fronte alle evidenti difficoltà che saranno causate dalla nuova “politica” del colosso energetico. La proposta arriva dal Pd, a fronte della grave crisi economica che stanno vivendo il porto e le maestranze portuali in concomitanza con la più che drastica produzione di energia attraverso il carbone alla centrale di Torre Nord.
“Comprendiamo perfettamente – scrivono idem – il grido di allarme lanciato dalle imprese portuali in merito al repentino, drastico, imprevisto e incomprensibile calo dello sbarco di carbone presso i moli dati in concessione a questo fine dall’Adsp. Crediamo che sia necessario agire affinché questa pericolosa impasse sia superata. Ci preme intanto dire che meno carbone si brucia a Civitavecchia, dopo decenni di onerosa servitù energetica, e meglio è; ma questo non può e non deve avvenire a scapito della città: che così, come si suole dire, rimarrebbe “cornuta e mazziata”.
Sta di fatto che ENEL, in modo del tutto unilaterale e inaspettato, sta movimentando quantitativi di carbone nettamente inferiori alle sue – e sottolineiamo sue, non nostre – previsioni- Comportamento, questo, che ove fosse reiterato creerebbe grave danno alle imprese coinvolte e alle loro maestranze (meno lavoro), all’Autorità portuale stessa (pesante calo di entrate finanziarie) e alla città di Civitavecchia, che non può certo permettersi perdite occupazionali e di reddito.
La concessione è stata accordata sulla base – fra le altre cose – di un piano industriale che ENEL ha presentato e che non può essere unilateralmente disatteso: il porto e le imprese hanno compiuto investimenti per rendersi aderenti a quelle richieste di ENEL. Quale che sia la ragione per la quale la centrale di Civitavecchia sta producendo meno del previsto (immaginiamo che la carbon tax abbia un peso …) non accetteremo passivamente perdite di lavoro per la città e di entrate finanziarie per l’Adsp.
Il Partito democratico di Civitavecchia intende quindi farsi promotore di un tavolo che veda tutti i soggetti coinvolti: imprese, forze sociali, Autorità portuale, Regione, Comune affinché elaborino in breve tempo una comune piattaforma rivendicativa da sottoporre ad ENEL, chiedendo a gran voce che o questa si disponga ad onorare gli impegni assunti; o, in alternativa, proceda a compensazioni – finanziarie e occupazionali – che permettano di fare fronte alle evidenti difficoltà che saranno causate dalla nuova “politica” del colosso energetico. Questo nell’immediato: perché non vorremmo dover rivivere la frattura che si ebbe in città con la riconversione a carbone di TV.Perciò è necessario che tutte le forze politiche e sociali – e la città nel suo insieme – inizino sin da ora a pianificare una strategia di superamento della monocultura energetica basata sui combustibili fossili, e impegnare sin da ora ENEL a sedersi ad un tavolo istituzionale di confronto – per il futuro – sullo sviluppo pulito e sull’investimento in ricerca e avanzamento tecnologico”.
One Comment
giovanni
Purtroppo oggi la politica è più che altro di contrapposizione: se un partito contrapposto al mio dice SI io DEVO necessariamente dire NO senza minimamente pensare alle conseguenze.
I fatti a livello nazionale ne sono un esempio lampante: per noi questa crisi sarà deleteria, senza discutere ora su chi la ha provocata.
Se un amministrazione comunale, statale,impone ad una industria una chiusura a tempo determinato ossia nel 2025 la centrale di TVN deve cessare la produzione senza imporre di funzionare a pieno carico fino ad allora è chiaro che un certo numero di lavoratori dovrà stare a casa a meno di quelli che la dovranno smantellare.
Quindi quelle stesse amministrazioni pubbliche, con cambi di colore negli anni, che hanno deciso la chiusura il giorno dopo DEVONO iniziare a programmare il futuro per fare in modo che la città e i lavoratori non ne risentano.
E’ giusto quello che si dice nell’articolo”tutte le forze politiche e sociali – e la città nel suo insieme – inizino sin da ora a pianificare una strategia di superamento della monocultura energetica” ma conoscendo gli attori tutti passeranno anni prima che trovino un accordo e se soprattutto lo troveranno trasversale valido per la città ma che soprattutto trovino un’altro/altri industriale/i intenzionato/i a finanziare una o più industrie che diano lavoro sicuro ad un migliaio di lavoratori