Il viaggio promosso dalla Sezione dell’Associazione Archeosofica di Civitavecchia attraverso l’espressione artistica, intellettuale e religiosa che rifulse nel Medioevo non poteva non prevedere una sosta presso la “Bretagna Azzurra” dove, con Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda, risuonò in tutta Europa l’eco di una leggenda antichissima, legata al misterioso nome di Santo Graal.
Cosa è il Graal? In quali tradizioni e in quali epoche affiora? Quale relazione ha con il Calice del culto cristiano? E con il Medioevo? Al di là delle tante favole che sono state intessute da una certa letteratura a scopo divulgativo, è possibile interrogarci in modo serio su quale senso potrebbe avere oggi parlare di Santo Graal? Comparsi negli stessi anni in cui vennero edificate le Cattedrali Gotiche mentre i Cavalieri Templari stavano combattendo in difesa del Santo Sepolcro, i romanzi del ciclo arturiano appaiono voler tramandare una conoscenza del tema graalico non altrimenti comunicabile se non attraverso il ricco simbolismo che li permea, fatto di spade infilate nella roccia, calici diafani intravisti in cortei regali, re pescatori, isole nascoste, laghi invalicabili, boschi pieni di insidie e dame da conquistare. Chiunque sia interessato all’argomento è invitato a partecipare all’incontro finale del ciclo che in via eccezionale si terrà venerdì 4 maggio alle ore 18 presso la Sede dell’Associazione Archeosofica di Civitavecchia, in via Bernini 38. L’ingresso è libero.