Da qualche giorno, precisamente da domenica scorsa, Danilo Larini il Ceo della Lp Suisse, indagato per essere l’autore di una truffa colossale costata, tra l’altro, quasi 20 milioni di euro alla Fondazione Cariciv, è tornato a casa. A darne notizia, gli organi di informazione del Canton Ticino che seguono con grande attenzione la vicenda di Larini, giudicandola la punta di un iceberg di un sistema particolarmente accurato, che veniva posto in essere in Svizzera non solo dalla Lp Suisse.
In un lungo articolo, RSI, la Radiotelevisione Svizzera Italiana che nell’aprile di tre anni fa inviò a Civitavecchia per due giorni una sua troupe guidata dalla sua firma più prestigiosa, il giornalista Aldo Sofia, parla di una scarcerazione arrivata a quattro anni esatti dal giorno del suo arresto. “L’operatore finanziario luganese – si legge nell’articolo – ha potuto così lasciare il penitenziario cantonale, dove stava espiando anticipatamente la pena. A disporre la scarcerazione di Larini il procuratore pubblico Andrea Minesso, che ha accolto la richiesta avanzata dal difensore, Marco Bertoli. Per Rsi, il motivo della scarcerazione è dovuto al fatto che le indagini sono tuttora in corso e se fosse rimasto dietro le sbarre, Larini, reo confesso, avrebbe rischiato di trascorrervi più tempo del dovuto. La sua condanna sarà superiore ai quattro anni. Ma nel calcolo si è dovuto tener conto della liberazione condizionale, che ogni detenuto può chiedere dopo avere scontato i due terzi della pena. Sempre per la televisione svizzera, la notizia ha del clamoroso, soprattutto pensando all’entità delle malversazioni imputate al Ceo della Lp Suisse, per le quali si parla di una cifra comunque superiore ai 50 milioni di franchi, raccolti sull’arco di appena 4-5 anni. Nel ricostruire la vicenda, RSI ricorda che la società offriva ai clienti investimenti all’apparenza altamente redditizi e che di quell’enorme somma è rimasto ben poco. Una parte sarebbe servita a foraggiare l’elevatissimo tenore di vita del 47enne. Il resto Larini lo avrebbe impiegato per coprire, ricorrendo al sistema del “buco tappa buco”, meglio conosciuto come schema Ponzi, le perdite accumulate di volta in volta. Il procuratore pubblico di Lugano, Andrea Minesso dovrebbe firmare il rinvio a giudizio entro la prima metà del prossimo anno. “Proprio sui tempi – conclude RSI nel suo articolo – il magistrato ha tenuto a precisare che si tratta di un’inchiesta particolarmente complessa, con più persone coinvolte e ricostruzioni finanziarie difficili e che la scarcerazione di Larini è stata accompagnata da una serie di misure sostitutive dell’arresto.