L’Autorità Portuale è rientrata all’interno di Port Mobility, seppure con una quota minima e quindi senza alcuna influenza nella gestione della società, visto che, a differenza del passato, non avrà diritto a nominare amministratori. La notizia non è di oggi, risale anzi a un mese fa, quando il Comitato di Gestione ha deciso di acquistare una minima parte, pari al 5%, delle quote un tempo detenute all’interno di Port Mobility per un’operazione che dal punto di vista economico costerà poche decine di migliaia di euro.
Nel comunicato inviato dall’ufficio comunicazione dell’ente al termine di quella seduta e come sempre regolarmente “copiato e incollato” da gran parte degli organi di stampa, non veniva fatto cenno al ripensamento rispetto ad una decisione assunta sei anni fa dall’allora commissario straordinario dell’Authority, Pasqualino Monti. Fu infatti l’attuale presidente dell’Autorità Portuale di Palermo e amministratore delegato dell’Enav, dietro la spinta del ministero competente, a disporre allora la vendita delle quote detenute all’interno di Port Mobility attraverso un’operazione che portò nelle casse di Molo Vespucci una cifra vicina ai 600mila euro. Adesso si ritorna indietro rispetto a quella decisione, a quanto sembra dopo un parere pro-veritate espresso da un docente di una università capitolina. Evidentemente, l’esperto giurista incaricato di esprimere il suo parere sulla questione deve aver valutato vantaggioso per l’ente il rientro nella compagine societaria di Port Mobility a fronte dei numerosi contenziosi in atto che riguardano soprattutto la vicenda del navettamento dei crocieristi e che sono diretta conseguenza di una serie di pronunciamenti arrivati dagli organi di giustizia amministrativa, dall’anticorruzione e dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. I prossimi giorni, ma più probabilmente le prossime settimane, ci diranno se la decisione assunta dal Comitato di Gestione ha messo al riparo l’Authority da ulteriori grane, visto che diversi tribunali dovranno pronunciarsi sui ricorsi presentati da alcune società del settore. La sensazione, però, è che la “recompra” delle quote di Port Mobility sia stata decisa da Molo Vespucci soprattutto per il futuro, per evitare che eventuali nuove decisioni riguardo concessioni e autorizzazioni formulate senza una regolare gara alla società di interesse generale possano determinare ricorsi e denunce.