Un percorso lungo e tortuoso, segnato da momenti di grande allarme, ma che si conclude ora con il lieto fine. Messa in difficoltà dalla riorganizzazione del servizio trasfusionale, che ha fatto passare Civitavecchia sotto le dipendenze dell’ospedale San Filippo Neri di Roma, l’Avis è pronta ora a ripartire grazie ai nuovi locali realizzati al piano terra del San Paolo, con i fondi della Regione Lazio e una parte del 5×1000 raccolto dall’associazione destinato agli arredamenti. VIDEO 1 – VIDEO 2
Un’area di 400 metri quadrati, divisa in 20 stanze che saranno dedicate al nuovo centro trasfusionale, con raccolta sangue, trasfusioni e laboratori. Previsto anche uno spazio per i locali dell’Avis. Non è escluso che il sangue raccolto resti a Civitavecchia e solo le provette vengano inviate a Roma. Una sorta di autosufficienza, obiettivo ambizioso ma non impossibile, considerando che lo scorso anno sono state raccolte 2.150 sacche e il fabbisogno di Civitavecchia è tra 2.500 e 3.000.