Potremmo dire che la settimana appena trascorsa è stata dominata dai numeri. Numeri belli in qualche caso, che fanno riflettere in un altro e poco simpatici in un altro ancora che, però, sono poi sfociati nel grottesco. Ma iniziamo dai numeri belli. E non possono che essere quelli riguardanti l’insorgenza dei tumori nell’anno 2022. Per la prima volta da quando la sanità pubblica, attraverso gli epidemiologi, effettua queste rilevazioni, l’incidenza dei tumori maligni a Civitavecchia è stata inferiore a quella del Lazio.
Potrebbe, speriamo di no, essere un caso episodico, ma è già importante constatare una inversione di tendenza rispetto a un problema straordinariamente importante, visto che negli ultimi decenni crediamo non ci sia stata famiglia civitavecchiese che non abbia dovuto fare i conti con un mostro chiamato “tumore maligno”. Un mostro in qualche caso sconfitto, ma che in tantissime altre situazioni ha purtroppo avuto la meglio. Non sta a noi capire il perché di questa incoraggiante inversione di tendenza. Sta a chi lo fa di mestiere. E, come detto, bisognerà comunque attendere altri riscontri e, in particolare verificare quando saranno disponibili i dati del 2023 per avere una conferma della diminuzione dell’incidenza. Intanto, però, non si può non essere contenti.
I numeri che fanno riflettere sono invece quelli riguardanti il reddito medio dei civitavecchiesi. L’essere nella media regionale e al di sopra di capoluoghi di provincia come Frosinone e Latina non è cosa malvagia. Certo, come spiegato nell’articolo in sui si sono letti i dati, ad alzare la media del reddito pro-capite, come nel caso di Roma, c’è la presenza in città di enti pubblici e società che garantiscono stipendi oltre la media. Ma complessivamente i civitavecchiesi, ovviamente quelli che lavorano e i pensionati, non se la passano così male. Quindi, bene così.
Non bene, invece, i numeri del primo semestre del porto. Fatta eccezione per le crociere e per il traffico di autovetture nuove, le cifre che si leggono sul report diffuso da Molo Vespucci sono desolanti. Diminuzione del tonnellaggio complessivo, contenitori sempre a livelli minimi, addirittura 16 navi in meno attraccate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Purtroppo, la tendenza in atto ormai da oltre un decennio non si inverte, nonostante l’impegno degli operatori. Qualcosa si sta muovendo sul fronte dei materiali ferrosi, ma per il resto è un pianto. Eppure, a livello di informazione generale, e qui andiamo nel grottesco, è stato magnificato che Civitavecchia, a fine anno, raggiungerà i 3 milioni e mezzo di crocieristi. Qualche giornalista ha poi “stranamente” frainteso e scritto che i 3 milioni e mezzo si erano già raggiunti, portando a commenti del tipo “siamo il primo porto crocieristico del Mediterraneo”. Falso, Barcellona è ancora avanti, avendo avuto nel primo semestre 2024 35 mila crocieristi in più. In un desolante panorama di giornalisti “copiaincollisti” incapaci anche di leggere attentamente un comunicato, ha fatto eccezione Shipping Italy, diventato ormai il più autorevole organo di informazione del settore e che ha correttamente titolato “Traffico merci nei porti laziali in calo del 10,5% nei primi sei mesi del 2024”. Alla prossima.