Cinque proposte per scongiurare l’aumento delle tasse. Ad avanzarle è l’associazione Commercianti Centro Città, presieduta da Giovanni Olimpieri, preoccupata che la rinuncia da parte del Comune ai contributi dell’Enel possa portare l’imposizione fiscale alla massima quota, facendo spendere ai cittadini dai 700 ai 900 euro in più all’anno.
“Sembra sempre più probabile – dichiara Giovanni Olimpieri, presidente dell’Associazione Commercianti Centro Città – che a causa della rinuncia ai contributi dell’Enel il Comune dovrà portare l’imposizione fiscale alla massima quota facendo spendere i cittadini di Civitavecchia dai 700 ai 900 euro in più all’anno. Se questa scelta verrà confermata il suo impatto sarà estremamente nocivo per le famiglie e per il settore che rappresentiamo. Per le famiglie perché in troppe ormai faticano ad arrivare a fine mese. Anzi, ormai in tante non ci arrivano più e sono costrette a indebitarsi solo per sopravvivere. Per il commercio perché la drastica riduzione dei consumi sta avendo effetti devastanti per il nostro comparto. Per fare solo un esempio, nella centralissima Via Traiana hanno chiuso ben sei esercizi commerciali negli ultimi mesi. Vorremmo ricordare agli amministratori del Pincio che per Civitavecchia il commercio rappresenta la fonte di maggiore occupazione. Occorrerebbero dunque politiche di sviluppo del settore. Invece sembra che si ricorra alla strada più facile: aumentare la tassazione locale per far fronte ai problemi di bilancio. Una strada facile ma che, in una fase di crisi prolungata come quella che da anni stiamo attraversando, può produrre seri problemi per la tenuta sociale. Il sommarsi del pesante calo dei consumi con il dramma occupazionale di cui soffre la nostra città (ben prima dell’attuale crisi a dire il vero), costituisce una miscela socialmente esplosiva che non può essere affrontata con l’innalzamento di imposte e tributi locali al loro limite massimo. Civitavecchia non è in grado di sostenere quest’ulteriore fardello. Tanto più che non si vedono segnali di un’inversione di tendenza dinanzi agli sprechi della Pubblica Amministrazione. Pensiamo a quelli del Comune e agli strapagati dirigenti delle municipalizzate. Ma pensiamo anche all’inefficienza della macchina amministrativa pubblica in generale. Inefficienza che noi commercianti tocchiamo ogni giorno con mano nelle piccole e grandi cose. Tra quest’ultime segnaliamo la vicenda della Pro Loco. Un ente che, tra l’altro, gestisce il complesso delle Terme Taurine e che anziché portare ricchezza alle casse comunali ha generato un debito di 260mila euro. Anche questo il Pincio intende ripianarlo con ulteriori innalzamenti di tributi e balzelli? Se il Comune ha bisogno di soldi per ripianare il bilancio ecco qui alcune idee per il quale non è necessario pagare alcun avido consulente: colpire sprechi e inefficienze della struttura comunale e si inizi a mandar via i dirigenti incapaci; organizzare la raccolta differenziata che per molti Comuni è fonte di ricchezza mentre a Civitavecchia è un fastidio; intervenire con la Provincia e la Regione per intercettare i fondi destinati alle nuove aziende in modo da offrire credito a chi vuole investire; avviare una seria politica per il crocierismo facilitando la vita del turista che transita a Civitavecchia; istituire un centro commerciale all’aperto, ossia una percorso che attraversi le vie cittadine dove vengano segnalate le attività che fanno parte di una filiera con solo prodotti italiani, a Km 0 e di qualità”.