Le Terme Taurine sorgono a circa 4 km a nord della città. Si compongono di due edifici sorti in epoche diverse: la parte repubblicana, edificata durante l’età sillana (80 a.C. circa) e riconoscibile dai muri in opera reticolata, e la parte imperiale edificata dall’imperatore Adriano tra il 123 e il 136 d.C riconoscibile dai mattoni in opera laterizia dei grandi edifici imperiali.
Il nome del sito deriva dal toro della leggenda narrata da Rutilio Namaziano nel suo De reddito Suo del 416 d.C. secondo la quale Giove, sotto le sembianze di un toro aveva fatto sgorgare l’acqua sulfurea con una raspata di zampa nel terreno. Ma è anche probabile che sia stato dato, come riferisce lo storico Carlo Calisse nella sua Storia di Civitavecchia, da Tauro Statilio, console e prefetto ai tempi di Augusto che le visitò e ne rimase affascinato.
Il complesso archeologico-termale è importante non solo per la testimonianza storica che ci fornisce, ma soprattutto per comprendere la vera origine e vocazione della nostra città che di fatto è stata legata allo sfruttamento delle acque termali.
E’ molto probabile, infatti, che Traiano, predecessore di Adriano e fondatore della città di Centumcellae, frequentasse le terme repubblicane e che proprio da quel sito avesse avuto l’idea, godendo di una magnifica vista, di edificare un nuovo porto per Roma.
E’ anche probabile che prima e contemporaneamente di questo sito frequentasse la sua pulcherrima villa descritta da Plinio il giovane nel suo panegirico dell’imperatore spagnolo. E’ comunque certo che Traiano usufruì delle portentose acque termali, sia che avesse frequentato le terme repubblicane che la sua magnifica villa.
Non è però ancora chiaro se la villa fisse stata costruita prima della fondazione del porto e frequentata per le acque termali, o fosse stata edificata contemporaneamente al costruendo porto proprio per controllare i lavori di costruzione.
Oltre al maestoso complesso delle Terme Taurine è possibile ancora oggi ammirare sul colle della Ficoncella i resti della città romana di Aque Tauri, costruita su un preesistente abitato etrusco. Ancora prima della costruzione delle terme repubblicane infatti, anche gli etruschi avevano ben presenti le benefiche virtù delle sorgenti termali intorno alle quali avevano probabilmente costruito le prime rudimentali terme. A testimonianza di ciò resta una grande e antica vasca a gradini, probabilmente il calidarium di un impianto termale frequentatissimo prima del 70 a.C e abbandonato quando in epoca imperiale sotto Adriano, quando fu ampliato il vicino centro termale romano delle Terme Taurine.
La piscina ancora in buono stato di conservazione sfruttava proprio le acque della sorgente della Ficoncella. La zona comprendente la Ficoncella e le Terme Imperiali, che usavano le acque delle tre sorgenti Taurina, Sferracavalli e Ficoncella e che aveva visto la presenza di soldati romani e degli abitanti delle zone circostanti, venne abbandonata durante le invasioni dei barbari e dei saraceni, destando di nuovo l’interesse degli studiosi verso il Rinascimento.
Grazie all’interessamento di alcuni medici quali Girolamo Mercuriale nel XVI secolo, Giovanni Rodio nel XVII secolo e Giuseppe Torraca nel 1761 (che pubblicò la prima opera dedicata alle terme) e che ne parlarono in alcuni studi e ricerche condotte in loco, l’uso a scopo terapeutico e curativo era ormai adottato non solo dagli abitanti di Civitavecchia ma anche da numerosi forestieri che ne avevano sentito notizia per bocca di chi ne aveva tratto giovamento. L’abitudine a curarsi attraverso le acque che continuavano a sgorgare sia negli edifici imperiali abbandonati che nelle pozze della Ficoncella non cessò mai.
Dopo molto tempo, nonostante l’assidua frequentazione sia del sito della Ficoncella sia dell’impianto termale imperiale, mancava però ancora una struttura ricettiva che arrivò solo dopo la notizia che illustri personaggi, quali papa Pio IX e Garibaldi avevano curato i propri malanni con queste acque. A tale ricordo vi è la targa posta sopra lo stabile comunale di Villa Albani Alla fine del 1800 infatti, invece di riattivare le Terme Taurine con il restauro dell’impianto imperiale si decise di costruirne uno nuovo nell’interno della città, distante circa 5km dalle fonti e abbandonando le antiche terme.
Il bellissimo edificio chiamato Grand Hotel della Terme, al centro dell’odierno Viale Garibaldi, fu distrutto durante gli eventi del secondo conflitto mondiale. Lo stabilimento termale rappresentava un gioiello di cui la città era orgogliosa tanto che la sua costruzione fu resa possibile grazie alle all’acquisto delle azioni da parte dei cittadini civitavecchiesi del progetto approvato nell’ultimo trimestre del 1876. Con un prestito per azioni di 300.000 lire con titoli al portatore di 100 e 500 lire il grande albergo delle Terme vide la luce in pochissimo tempo, riuscendo finalmente a valorizzare le acque solfato calciche leggermente alcaline.
Dotato di 100 camere e 25 appartamenti con bagni privati alimentati con l’acqua termale, dopo la costruzione di un piano sopraelevato per accontentare le numerose richieste che giungevano da Roma e zone limitrofe.
Scavi presso le Terme Taurine
Nel 1922 Salvatore Bastianelli , con l’aiuto di uomini e mezzi forniti dal locale Presidio Militare, iniziò lo scavo e il ripristino del complesso termale delle Terme Taurine sorto in epoca repubblicana. Prima di lui Gaetano Torraca nel 1777 aveva scavato per conto del Governo Pontificio e il Manzi nel novembre del 1820: entrambi avevano pubblicato due saggi proprio sui resti degli antichi bagni termale.
Gli scavi del Bastianelli durarono fino al dicembre del 1928. Altri scavi furono eseguiti, sempre sulla parte monumentale a sinistra della strada vecchia per Tolfa, nel 1933 e poi anche negli anni successivi fino alo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Fino ad allora era stato scavati un terzo dell’area.
Nel 1954 con il soprintendente il prof. Renato Barroccini, ripresero gli scavi che nel complesso dal 1922 restituirono una testina di ninfa, capitelli e colonne in marmo , una grande ara votiva fata costruire da liberto di Adriano Alcibiade alle ninfe tutelari delle acque, frammenti di intonaci dipinti. L’area di circa 20000 metri quadrati dal 1954 è stata interessata da numerosi scavi da parte della Soprintendenza alle Antichità dell’Etruria Meridionale che negli anni cinquanta ha espropriato l’area. Nel 1999 è stata sottoscritta una convenzione tra Comune di Civitavecchia e il Ministero per i Beni Culturali per poter meglio rendere fruibile e gestire il bellissimo sito archeologico
E’ stato poi inserito all’interno dell’area archeologica il progetto della creazione degli Horti Traianei che ha visto la creazione del tipico giardino romano antico con le stesse essenze e piante dell’epoca imperiale.
Nel 2003 il sito delle Terme Taurine è stato affidato alla gestione della Pro Loco che ne cura la manutenzione e fornisce le guide per meglio apprezzare l’importanza del luogo da cui è nata la nostra città, compresa la rievocazione storica .giunta alla terza edizione “Roma Imperiale. Gli imperatori del II secolo d.C.
(notizie fornite da Roberta Galletta)