Un momento molto significativo: la consegna dei diplomi ai volontari del “Telefono Amico”. Cerimonia tutt’altro che formale stamattina per il progetto dell’Auser, finanziato per il settimo anno dalla Fondazione Ca.Ri.Civ. con sessanta operatori che mantengono un contatto diretto con anziani soli e bisognosi di un rapporto diretto, del sostegno di una voce amica, di consigli ed aiuti.
Una passerella meritata per i volontari dell’Auser che, in Fondazione, hanno ricevuto dal presidente avvocato Vincenzo Cacciaglia l’attestato per l’attività di telefonista del buon giorno, del rapporto profondo con tante persone sole, che hanno come compagnia soltanto il televisore sempre acceso. Il presidente dell’Auser Ferrero Galli ha ricordato come questa attività, iniziata in sordina, con una manciata di volontari, ora sia svolta da sessanta persone che vanno a coprire un’ampia fascia del disagio della terza età. Un rapporto bellissimo, di partecipazione totale che va ad incidere positivamente sul fenomeno di tante solitudini, spesso dimenticate e rimosse. Una realtà che il dottor Enrico Iengo conosce bene e con la quale si trova spesso ad operare nella sua professione di medico. Per questo il sostegno della Fondazione è ancor più valido e necessario, perché va ad incidere su un disagio reale, tanto più accentuato dai profondi cambiamenti del costume e della società che non è più quella della chiave alla porta, della comunità dei caseggiati, delle famiglie patriarcali allargate. Molto soddisfatto del bilancio e del rinnovo della fiducia all’Auser anche per il prossimo anno il presidente della Fondazione Ca.Ri.Civ. avvocato Vincenzo Cacciaglia che ha colto un particolare da no sottovalutare: quello di un rapporto così profondo fra persone che, molto spesso, hanno la stessa età. Un’esperienza quindi che fa molto bene a chi riceve attraverso il telefono il suono della voce amica, ma anche per i volontari dell’Auser che si sentono utili per un compito non facile.