L’eolico offshore alla conquista dell’Europa, e a piccolissimi passi, anche dell’Italia. Lo dicono i dati forniti da WindEurope, associazione non-profit e non governativa fondata nel 1982, che annovera tra i suoi membri molte società nazionali, compagnie, organizzazioni, tutte operanti nel settore eolico, che parla di investimenti per un totale di 26 miliardi di euro, cifra che servirà a realizzare 7.100 MegaWatt di nuova capacità.
“Gli investitori hanno capito che l’eolico offshore è economico, affidabile e resistente – afferma il CEO dell’associazione, Giles Dickson – e i governi ne vogliono di più”. Si tratta di investimenti che nei prossimi anni creeranno molti nuovi posti di lavoro e in forte crescita. Ogni nuova turbina in mare genera 15 milioni di euro di attività economica. Delle oltre 400.000 persone che oggi in Europa lavorano nel campo dell’eolico, 77.000 sono impegnati nelle installazioni offshore (in mare aperto), e nel 2030 i posti di lavoro nell’eolico offshore europeo diventeranno 200.000. Lo scorso anno sono stati installati nove impianti eolici in mare per un totale di 2.900 MegaWatt nelle acque di cinque paesi: Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito, Germania e Portogallo. E sono proprio Regno Unito, Paesi Bassi, Germania e Francia che hanno intenzione di crescere ancora. Ma anche Polonia, Spagna, Grecia, Irlanda, Estonia, Lettonia e Lituania hanno dei piani nazionali dedicati all’eolico offshore. E l’Italia? Come spesso, purtroppo capita, è ancora indietro. Nel Pniec, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, il governo italiano ha stabilito il modesto obiettivo al 2030 di soli 900 MegaWatt di capacità eolica offshore. A terra, invece, si punterà a portare l’attuale potenza eolica italiana di 11.000 MegaWatt a 21.000 MegaWatt nel 2030. E sarà Taranto, secondo il quotidiano Domani, la prima città ad ospitare un parco eolico nearshore, quindi in mare ma a pochi metri dalla costa. L’impianto, di proprietà di Renexia, attualmente in costruzione, consiste in dieci turbine per un totale di 30 MW ed inizierà a produrre circa 60 GigaWattora l’anno di energia elettrica a partire dal 2021. Civitavecchia, allora, potrebbe diventare la prima città in Italia a poter contare sulla tecnologia eolica offshore galleggiante in alto mare, per la precisione a 30 km dalla costa, e con capacità certamente maggiori. Nell’ambito della riconversione della centrale di Torre Valdaliga Nord, infatti, si parla molto della possibilità di posizionare ad oltre 20 miglia dalla nostra costa turbine eoliche galleggianti, in grado di produrre dal vento energia elettrica pulita e senza inficiare il paesaggio, offrendo nel contempo al porto e alla città di Civitavecchia l’opportunità di diventare il principale hub logistica per l’eolico offshore del Mar Tirreno, con la prospettive di creare oltre mille posti di lavoro qualificati e stabili nel tempo. Energia green che potrebbe essere utilizzata per portare a meta un altro progetto alternativo al gas a Tvn: quello cioè di un polo per la produzione di idrogeno verde.
4 Comments
giovanni
Mi sembra che la nostra zona non era stata presa in considerazione per la costanza dell’intensità di vento insufficiente.
Fabio
Bandino come Berlusconi. Anche lui prometteva migliaia di posti lavoro. Ancora una volta un articolo senza legami con la realtà. Il Sud Italia garantisce ritorno economico dall’eolico. Qui da noi non credo ci siano le condizioni di vento necessarie per simili impianti. Ma se anche fosse, l’installazione richiede personale “formato” e una volta terminata la pala eolica non richiede “forza lavoro permanente”.
Starace
Quelli di Berlusconi erano numeri non basati su presupposti seri, concreti. Propaganda.
Quelli riportati Nell articolo, citando dati e fonti, oggettivamente,sono più attendibili. Poi perché non vedere che l’Europa è moltissimi paesi in tutto il mondo stanno cercando vie più rispettose dell’ambiente, nel produrre energia. E che questo può dare occupazione ad un territorio martoriato dalla presenza ENEL e Tirreno Power che, invece, si propone ancora con fossili che occupazione non ne daranno. Programmare significa anche preparare le professionalità necessarie.
trump
turbine eoliche ovviamente acquistate all’estero,in quanto in Italia oramai produciamo solo politici,tronisti, e quaquaraqquà vari