Si infiamma il clima all’interno del Partito Democratico. Il caso Fondazione Cariciv, tra richieste di chiarimenti e allarmi rossi sulla gestione finanziaria dell’ente di via Risorgimento, in realtà si sta traformando in uno strumento per una resa dei conti interna in vista del congresso che a fine anno porterà all’elezione del nuovo segretario. E proprio la guida del Pd, Enrico Leopardo, replica alle accuse di silenzio complice mosse da Stefano Giannini per quanto riguarda la Fondazione Cariciv, sostenendo che il partito ha sempre chiesto di fare luce sulla vicenda.
“Solo dopo un anno – afferma Leopardo – Giannini scopre che la Fondazione Cariciv è stata truffata. É proprio il caso di dire: benvenuto nel mondo della realtà. Finalmente ci arriva, ma nel frattempo si è perso gran parte della storia, a iniziare da quelle richieste di chiarezza sulla vicenda della Fondazione che oggi avanza nei miei confronti. Caro Giannini, quelle richieste di trasparenza e di chiarezza sono state avanzate da tempo da diversi esponenti del Pd della città. É bene ricordare, innanzitutto che su questa vicenda indaga la magistratura e anche il Mef sta procedendo ai suoi accertamenti: non sta a me e al nostro partito sostituirsi a tali organi dai quali attendiamo le conclusioni del loro lavoro. Voglio pensare che tanta smemoratezza sia dovuta al caldo e non alla malafede di cui sembrano infarcite tutte le sue uscite. È il caso di ricordare all’esponente di una parte dell’Area Orlando che l’allora consigliere di minoranza del Pd, Pietro Tidei, chiese la convocazione di un consiglio comunale proprio sulla vicenda della Fondazione con l’obiettivo di fare chiarezza: la richiesta fu respinta dal sindaco che all’epoca della truffa si sperticò in attestati di solidarietà ai vertici della fondazione. Giannini lo smemorato però non chiede nessuna spiegazione al Sindaco, come se la Fondazione fosse una questione di Partito e non qualcosa che riguardi l’intera città. Qui un meno per Giannini. Il nostro prode ritardatario ha decisamente sbagliato destinatario del suo messaggio. Altro esempio di come il Pd, ha voluto vederci chiaro su questa vicenda: in occasione di un’assemblea pubblica la deputata Marietta Tidei ha sostenuto la necessità che i vertici dell’ente si assumessero le proprie responsabilità per quanto accaduto. Consiglio a Giannini di andare a leggersi quelle dichiarazioni. Ora il prode smerorato, a più di un anno dalla truffa, chiede spiegazioni a me: con quale cognizione di causa? Il Pd non ha avuto alcun ruolo in questa vicenda e non ha alcun problema a ribadire la sua posizione, che è quella di fiducia nella magistratura e che tale è sempre stata fin dall’inizio di questa vicenda. Se poi subdolamente si riferisce alla presenza di Valentino Carluccio nel cda della Fondazione, Giannini dovrebbe sapere che Carluccio è stato nominato in quanto rappresentante dell’assemblea dei soci, non di un partito, solo molto tempo dopo rispetto alla truffa. Da quando Giannini è ricomparso sulla scena politica ha solo attaccato il Pd, mai una parola sull’Amministrazione, mai una parola sulla città. Da questa parte non ci sono colpevoli silenzi e le accuse infamanti le rimandiamo al mittente. Da parte sua invece c’è una cronica distrazione sui problemi cittadini. Stavolta, come tante altre volte, ha sbagliato bersaglio e ancora una volta, è arrivato secondo”.