"Pregiatissimi Direttori,
è dall’inizio ufficiale della campagna elettorale che l’attenzione si è incentrata quotidianamente soltanto sulle vicende legate alla ammissione o no di alcune liste alle votazioni del 28 e 29 marzo, per i rinnovi dei Consigli e la elezione dei Presidenti Regionali. Vorrei sottoporre alla riflessione collettiva invece alcune considerazioni che riguardano direttamente la nostra città e il territorio, su cui volutamente la politica cittadina ha calato un velo di silenzio".
Nella nostra Regione lo scontro è ancora, a mio parere, volutamente molto al disopra delle righe, con toni e contenuti tendenti a rappresentare regole, leggi, disposizioni, inutili scartoffie che limitano i diritti, e gli organi preposti alla loro corretta applicazione e rispetto (TAR, Consulta ecc,) manichei burocrati perditempo. La esclusione della lista del PdL ha creato molto malumore esternato, anche sabato a P.zza S. Giovanni, dal leader e da tutti i dirigenti del Partito e della coalizione di Governo, che si è aggiunto, a quello già espresso da molti altri dirigenti e rappresentanti ,del partito sia della regione che della nostra città. Tutto questo comunque per la nostra città e il comprensorio non ha mutato una condizione che sarebbe rimasta tale, anche qualora la lista del PdL fosse stata ammessa, cioè l’assenza di candidati locali. Infatti, in tutta questa girandola di prese di posizioni, lamentele e critiche per la esclusione, nessuno ha minimamente considerato che la rappresentanza della nostra città e del territorio è affidata, a vari candidati non locali, sostenuti dai referenti cittadini del PdL, del PD, ecc.ecc. . Quindi quello che dovrebbe preoccupare non è tanto la esclusione della lista quanto la autoesclusione della città e del territorio ad essere rappresentata nelle liste per il Consiglio Regionale con candidati propri. L’inquinamento della politica con comportamenti ed azioni che ne hanno scardinato l’etica e la morale, con la introduzione di logiche individualiste e lideristiche, hanno fatto perdere il senso di quella sana identità collettiva, forte proprio perché nasceva e si radicava nel confronto delle idee, anche a volte accese, in famiglia, sul lavoro, nella città, nelle associazioni, nei partiti stessi ma che contribuiva e determinava una forte identità politico-culturale, di appartenenza. Appartenenza ad una collettività, divisa al momento del voto, ma unita nel rivendicare la propria volontà di essere rappresentata e di poter rappresentare i bisogni, le necessità, i progetti di sviluppo della città e del territorio, senza deleghe, con orgoglio per il raggiungimento del bene della identità collettiva che si rappresentava anche da posizioni politiche diverse. Oggi vogliono farci credere che è importante la esclusione di alcune liste a fronte invece di una situazione, che con o senza di esse, vede la città quasi totalmente priva di propri rappresentanti candidati dai vari partiti. La politica, quella cittadina in prima persona, dovrebbe rivedere il proprio fare, in quanto non unificante per la collettività, ma anzi disaggregante di quel patrimonio etico, morale, politico che era la forza della comunità, che si riversava in sana competizione elettorale sui propri rappresentanti; non come oggi invece, che cerca solo di indirizzare i nostri consensi su potenti o potentati a noi esterni e lontani, solo funzionali per i progetti o il loro potere in loco, oramai incapace di progettualità propria, di ruoli e funzioni di rappresentanza, lacerata nella ricerca della propria legittimazione , per dono o bolla, purtroppo nella indifferenza generale di chi oramai ha abdicato ad essere collettività ma essere solo merce di scambio in un territorio senza difese e alla mercè delle scorribande di chiunque possegga un filo di potere".
Franco Boriello