CIVITAVECCHIA – Un silenzio inquietante, quello che avvolge la vicenda dell’ex cantiere Privilege. Dal momento della presentazione del secondo piano industriale da parte della Royalton, successivo al primo giudicato del tutto insufficiente dall’Autorità Portuale, sul futuro dell’area della Mattonara è piombata una spessa coltre di fumo. I giorni passano e il pronunciamento definitivo dell’ente di Molo Vespucci non arriva.
E’ vero che i tecnici e i funzionari dell’Authority hanno ancora un paio di settimane di tempo per esprimere il loro giudizio sulla società maltese, ma il fatto che non sia ancora arrivato neanche un accenno a quello che potrà essere il responso definitivo lascia il campo alle ipotesi più disparate, in qualche caso anche pessimistiche. E’ vero, come abbiamo già avuto modo di sottolineare che, alla luce delle tante chiacchiere e delle lettere più o meno attendibili arrivate il mese scorso dagli Stati Uniti, l’analisi avrebbe dovuto essere quanto mai approfondita, sia in ordine alla bontà del programma proposto che, soprattutto, della serietà della compagine societaria. E’ altrettanto vero, però, che a fronte di una situazione particolare, che vede un processo penale in corso, ha visto coinvolti centinaia di lavoratori e si è intrecciata con vicende inquietanti come quella di Banca Etruria, sarebbe quanto mai opportuno che sulla vicenda venisse fatta chiarezza. Peraltro, a oggi, nulla è dato a sapere anche riguardo l’autorizzazione annuale che era stata concessa alla Royalton per mettere in sicurezza l’area circostante lo scafo P430. Quell’autorizzazione è scaduta lo scorso 23 febbraio. E’ stata presentata un’istanza di proroga, visto che i lavori di messa in sicurezza non sono mai iniziati? E se lo è stata, quale è stata la risposta dell’Autorità Portuale? E tutta questa situazione, viene monitorata o no dalla curatela fallimentare? Insomma, gli interrogativi non sono davvero pochi.