“Che sia stata una risposta perentoria della cittadinanza all’incapacità della politica cittadina di autoriformarsi o un voto convinto dalla novità della proposta di simboli e facce fatto sta che la vittoria conseguita circa 17 mesi fa da Antonio Cozzolino dava al Movimento 5 stelle un’occasione storica: una maggioranza ampia in consiglio comunale supportata da un voto al secondo turno (circa il 67% dei consensi) che li investiva della responsabilità (che chi amministra dovrebbe sempre tenere a mente qualunque sia il risultato) di essere un’amministrazione al lavoro per costruire un dialogo costante con una città piagata (ed oggi ormai quasi piegata) da problemi noti e gravi”.
“Ha invece prevalso altro: una logica settaria e manichea che ha spesso concesso oltre il buon senso a slogan degni della vecchia politica più mestierante come “quando c’eravate voi…” o “stiamo studiando una situazione complessa della quale non abbiamo responsabilità” che in nome di un senso ingiustificato di immunità e di superiorità il “movimento” ha esercitato non soltanto nei confronti delle opposizioni politiche ma anche dei cittadini, non rappresentando più non solo il 67% del secondo turno ma neanche il 18% del primo e poi più niente al di fuori di Palazzo del Pincio.
L’incapacità di dialogo e confronto è esplosa ben al di fuori del consiglio comunale: le crisi con in dipendenti pubblici, l’insipienza nella gestione della questione delle partecipate, il rapporto coi sindacati, con la confcommercio, ne sono solo alcuni esempi.
Sarebbe stato facile per chi come noi è all’opposizione infierire da subito su errori dettati da eredità dalle contingenze o da un’inesperienza sbandierata come novità in campagna elettorale. Non lo abbiamo fatto. Ma mesi sono passati e dei problemi ereditati nessuno è stato risolto ed altri si sono aggiunti ed aggravati proprio per quell’odiosa sordità che per chi amministra è un peccato mortale, e non perché debba ascoltare qualcuno in particolare, ma perché se non esercita ascolto e dialogo è semplicemente un cattivo amministratore, nella migliore delle ipotesi un mediocre commissario prefettizio.
Il tempo è scaduto, invitiamo Cozzolino ad aprire un confronto vero con la città: convochi una conferenza sul lavoro, tema centrale su cui la politica o si misura o non è, e indichi la strada maestra su alcune questioni chiavi: le partecipate, l’aiuto alla microimpresa, Italcementi, i rapporti con Tirreno Power ed Enel, la capacità del territorio di attrarre investitori e nuove imprese; ci dica qual è il piano per i prossimi tre anni e mezzo, dica come si inverte un dato della disoccupazione da profondo sud condito da un pendolarismo lavorativo selvaggio e malservito, non lo dica a noi, lo dica alla città, al 100%”.
Link Democratico associazione politico culturale in Civitavecchia